Grosseto. “Il sindaco di Grosseto vuole che le donne che decidono di abortire siano obbligate per legge ad ascoltare il battito cardiaco del loro feto. Una proposta di una gravità inaudita, che pretende di introdurre una vera e propria forma di violenza nei confronti di quante già si trovano ad affrontare una condizione di grande difficoltà, trattandole oltretutto come soggetti inconsapevoli da sottoporre ad un trattamento che si immagina capace di ‘correggerle’ e riportarle sulla ‘retta via’.”
A dichiararlo, in un comunicato è Grosseto Città Aperta.
“Ancor più grave che a dare manforte al sindaco sia intervenuta la presidente della Commissione pari opportunità, Carla Minacci, incurante del ruolo ricoperto che dovrebbe indurla a maggior rispetto non solo verso le donne, ma anche nei riguardi della pluralità di idee propria della Commissione che presiede – continua la nota -. La legge 194 è del 1978, sono passati quarantatré anni da quando abbiamo deciso come e in che condizioni è possibile accedere al servizio sanitario dell’interruzione volontaria di gravidanza. In questo tempo sarebbe stato opportuno aggiornare questa legge per renderla al passo con i tempi, con i mutamenti sociali e il progresso scientifico. Ma evidentemente a una certa parte della politica non basta tenere il Paese invischiato in una situazione anacronistica fatta di una normativa sull’obiezione che in numerose strutture impedisce di fatto la possibilità di abortire, di mobbing per i medici che praticano gli aborti, di disparità di trattamento a livello territoriale e di classi sociali. Dobbiamo anche sentirci dire che una donna, per essere consapevole di abortire, non deve ricevere informazioni scientifiche e magari un supporto psicologico e sociale, ma deve piuttosto subire quella che è a tutti gli effetti una violenza e un abuso: essere costretta ad ascoltare il battito cardiaco del proprio feto”.
“Questo è esattamente quanto prevede la proposta di legge sostenuta da Vivarelli Colonna e promossa da associazioni che da anni lavorano per depotenziare la legge 194 affinché sia sempre più difficoltoso per le donne l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, con l’obiettivo finale di cancellare il diritto all’aborto riportandoci indietro di mezzo secolo – prosegue il comunicato -. Il sindaco Vivarelli Colonna si definisce civico e liberale, ma la realtà è che fa parte a pieno titolo di quel filone reazionario che va da Trump a Orban e, non a caso, la proposta di legge sostenuta da Vivarelli Colonna riprende la disciplina recentemente adottata in Ungheria. A casa nostra quel filone vanta epigoni quali il Generale Vannacci, quello per il quale gli omossessuali sono anormali e le donne hanno stancato con pretese come l’aborto. Quel Vannacci che, non per nulla, appena qualche settimana fa Vivarelli Colonna ambiva ad ospitare nella sala del Consiglio comunale, con tanto di patrocinio municipale, salvo fare marcia indietro perché pure nella sua maggioranza qualcheduno ha pensato fosse troppo”.
“Non che ci stupisca che il sindaco non abbia ancora una volta idea di come maneggiare la complessa questione della parità di genere, delle libertà individuali e dell’autodeterminazione, ma qua siamo andati oltre. Caro sindaco, a breve la nostra città ospiterà la campagna ‘Libera di abortire’ attraverso la quale saranno riportate le testimonianze di chi lavora su questo fronte e le proposte per garantire l’effettività del diritto all’aborto in piena consapevolezza e sicurezza – termina il comunicato -. Grosseto Città Aperta sarà presente. Confidiamo che anche lei sarà presente così da poter avere migliore consapevolezza di un tema che tocca profondamente e seriamente la vita di moltissime persone”.