“Sulla sanità iniziamo dall’utilizzare bene ciò che abbiamo, programmiamo e non tappiamo solamente i buchi, ma soprattutto razionalizziamo e non razioniamo, altrimenti la situazione attuale, a partire dalla mancanza di personale, sarà solo la punta dell’iceberg di un problema molto più serio e grave a scapito della salute de cittadini”.
Così il consigliere regionale della Lega e vicepresidente della Commissione Sanità, Andrea Ulmi, commentando la mancata apertura della terapia intensiva respiratoria dell’ospedale Misericordia di Grosseto per mancanza di personale. Una struttura costata oltre un milione di euro per la sua ristrutturazione.
“Saremmo tutti contenti di poter assegnare più soldi alla sanità – sostiene Ulmi – e anche di avere più operatori che lavorano all’interno del sistema. Così come è importante l’attuale obiettivo del Governo di portare a casa tutti i soldi che l’Europa ci ha assegnato attraverso il Pnrr, consapevoli, però, che solo una parte di questi è a fondo perduto, ma un’altra va restituita. Per questo anche la Regione deve avere una programmazione chiara ed una visione di ciò che sarà il futuro della sanità toscana, altrimenti si procede solo tappando le falle e razionando i fondi a disposizione. Questo è ciò che purtroppo sta accadendo”.
Sui 500 milioni di deficit della sanità toscana Ulmi è duro e chiama il Pd alle sue responsabilità. “L’attuale buco di bilancio – sostiene il vicepresidente della Commissione sanità – non è strutturale, ma è frutto di scelte sbagliate, a partire dalla voragine aperta con l’Asl di Massa. Questo vuol dir che, se si procede così, il rischio è che tra qualche anno il deficit venga raddoppiato, nonostante l’iniqua legge sul payback che potrebbe essere abrogata, ricordando anche che quanto accumulato come crediti fino ad oggi è comunque in via di esaurimento”.
Ulmi ha una visione chiara della sanità. “Gli ospedali – sostiene il consigliere della Lega – devono lavorare in sinergia. Questo deve avvenire tutelandoli, perché non sono certo io a volerne chiudere qualcuno, ma le prestazioni offerte devono essere complementari e non supplementari. L’attuale maggioranza deve dirci cosa intende fare dei presidi periferici, non solo che non li vuole chiudere. Deve spiegarci come intende ottimizzare la loro funzionalità, se e quali convertire in ospedali di comunità, come e quali sinergie ricavare tra questi, le case di comunità e gli ospedali territoriali e, come abbiamo chiesto in una nostra interrogazione protocollata lo scorso 26 settembre, come funzionano le case di comunità che sono attive e come ha intenzione di far funzionare quelle che verranno. Perché un conto è realizzare le strutture, così come avvenuto con la terapia intensiva respiratoria di Grosseto, un conto è farle funzionare, un altro è realizzare una scatola vuota. Siccome è tutta una questione di programmazione vorremo capire l’idea della maggioranza, perché di questo passo non vorremmo trovarci, dopo le prossime regionali, come centrodestra, a governare la sanità toscana in mezzo alle macerie”.