Grosseto .“La decisione di Antonfrancesco Vivarelli Colonna di voler discutere in Consiglio comunale l’intitolazione di via Almirante, via Berlinguer e via della Pacificazione nazionale non è dovuta ad un’improvvisa apertura democratica ne confronti dell’opposizione e dei cittadini: la Prefettura, il giorno precedente alla pubblicazione del comunicato del Comune, ha scritto al sindaco di Grosseto, chiedendoli chiarimenti sul perchè la mozione di Movimento 5 Stelle, Pd e Grosseto Città Aperta non possa essere dibattuta nell’assise cittadina”.
Con queste parole Giacomo Gori, capogruppo del Movimento 5 Stelle, Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta, e Leonardo Culicchi, consigliere comunale del Pd, commentano la marcia indietro di Vivarelli Colonna in merito all’intitolazione delle vie in una nuova zona di Grosseto.
“Ricapitoliamo i fatti – spiega De Martis -. Il 30 marzo il presidente del Consiglio Fausto Turbanti, con un provvedimento senza precedenti, in aperta violazione della legge, comunica ai capigruppo del Partito Democratico, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle che non consentirà la discussione della mozione. Una decisione la cui matrice è tutta politica, come apertamente rivendicato dal sindaco alla stampa, affermando che la nostra mozione sarebbe inammissibile perché va ‘a scontrarsi con una decisione chiara e inequivocabile dell’amministrazione’. In altri termini, il Consiglio comunale non potrebbe esprimere il proprio dissenso rispetto ad una decisione assunta dalla Giunta comunale. Dichiarazioni sulle quali ci sarebbe solo da ridere se la questione non fosse terribilmente seria, perché questa azione realizzata a quattro mani da sindaco e presidente del Consiglio comunale, per quanto politicamente, istituzionalmente e giuridicamente sgangherata, se fosse tollerata diverrebbe un pericolosissimo precedente, aprendo alla possibilità per la maggioranza di governo di bloccare sul nascere potenzialmente ogni proposta dei consiglieri comunali solo perché non allineata con l’azione politica della stessa maggioranza. Praticamente un potere di veto che, ovviamente, non ha legittimazione in alcuna fonte normativa ma solo nella fantasia di chi amministra questa nostra città”.
“Il 31 marzo formalizziamo le nostre contestazioni e sollecitiamo la calendarizzazione della mozione, preannunciando che in difetto saremo costretti a rivolgerci alla Prefettura. In assenza di riscontri, il 18 aprile inoltriamo una nota alla Prefettura ed il 27 aprile siamo ricevuti dal Prefetto, al quale esponiamo la questione e la sua gravità – sottolinea De Martis -. Il successivo 8 maggio la Prefettura avvia l’iter previsto per questi casi e interviene presso l’amministrazione comunale per ricevere i necessari chiarimenti ed è così che il sindaco, come un bambino colto con le mani nella marmellata, anziché assumersi la responsabilità delle sue azioni, non trova altro da fare che nascondere la verità e raccontare ai cittadini l’ennesima bufala, spiegando che quel giorno si è svegliato particolarmente democratico ed ha deciso, bontà sua, di concedere al Consiglio comunale di discutere la mozione delle opposizioni. Una toppa tra l’altro peggiore del buco, perché nella sua visione padronale della cosa pubblica neppure si rende conto dell’abnormità che afferma, pretendendo di essere lui a decidere su cosa l’assemblea cittadina può o non può discutere. Prerogative, queste, di esclusiva competenza del presidente del consiglio, che sarebbe tra l’altro chiamato a tutelare funzione e dignità del Consiglio, operando secondo criteri di imparzialità e garanzia, ed invece si presta al ruolo di yes man del capo, uscendone platealmente umiliato dal sindaco e privo di ogni residua credibilità dinanzi al Consiglio comunale ed alla città”.
“Una vicenda triste e grottesca, che fa solo del male alla nostra comunità e sulla quale tuttavia il sindaco e la sua maggioranza perseverano, sollevando ogni giorno una nuova provocazione per rivendicare una scelta divisiva e intollerabile come quella di rendere omaggio ad una figura, quella di Almirante, distintasi per il suo essere fascista e razzista, e di parificare antifascisti e fascisti, vittime e carnefici – termina De Martis -. Il 25 maggio la mozione con la quale chiediamo la revoca della ‘triplice intitolazione’ a via Almirante, via Berlinguer e via della Pacificazione nazionale approderà in Consiglio. Sarà l’occasione per il sindaco di dare prova concreta della sua recentissima conversione all’antifascismo”.
“Mi rivolgo a tutti quei grossetani che nono vogliono più sentire parlare della questione di via Almirante – aggiunge Culicchi -. Il problema non è l’intitolazione di una via, ma le provocazioni e gli atti di forza con cui il sindaco governa, una modalità che non può far crescere la città”.
“Il sindaco non manca solo di rispetto ai cittadini e al Consiglio comunale, ma anche alla Prefettura – chiosa Gori -, perchè nel comunicato in cui fa marcia indietro sull’intitolazione delle vie non ha detto la verità. Vivarelli Colonna non può vietare la discussione di un atto: in lui c’è un misto di malafede, paura e improvvisazione. Ciò che è successo è gravissimo”.