Grosseto. “Un grande giorno quello in cui, passo dopo passo, l’utero in affitto possa diventare reato universale. Positiva l’adozione del testo base in commissione Giustizia della proposta di legge contro la maternità surrogata, presentata da Fratelli d’Italia“: a dichiararlo sono Simonetta Baccetti e Maria Cristina Rampiconi, rispettivamente responsabile regionale del dipartimento terzo settore di Fratelli d’Italia e responsabile provinciale del dipartimento famiglia e pari opportunità.
“La prima firma – spiegano Baccetti e Rampiconi – è quella dell’onorevole di Fratelli d’Italia Carolina Varchi, esponente del Dipartimento nazionale famiglia, pari opportunità e valori non negoziabili, che prevede la pratica della gestazione per altri (Gpa) venga considerata un reato anche se cercata all’estero. Al momento, infatti, è illegale solamente se commessa all’interno dei confini nazionali, questo non impedisce alle persone di ricorrere all’estero per poi tornare in Italia con il figlio avuto tramite surrogata. La legge 40 del 2004 prevede che ‘Chiunque in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro’. L’iter di questa legge sarà pertanto un’utile occasione per fare informazione su un argomento tanto attuale quanto necessario per una società civile, degna di questo nome. Un plauso sincero a tutti coloro, associazioni comprese, che si stanno adoperando per dichiarare reato perseguibile a livello universale, una pratica disumana come la Gpa, che rende merce di scambio donne e bambini, togliendo ad entrambi la dignità di essere umano, da difendere e preservare sempre”.
“Auspichiamo che questo primo, ma importantissimo traguardo, conduca nel breve termine ad una legge vera e propria dello Stato, che tuteli l’unicità e la sacralità della vita e dell’imprescindibile rapporto mamma-bambino”, concludono le esponenti di Fratelli d’Italia Simonetta Baccetti e Maria Cristina Rampiconi.