Grosseto. “Via Almirante? No grazie. Le vie vanno intitolate a persone nel caso che abbiano avuto meriti, personaggi o famiglie noti e la scelta ha sempre di più voluto, in seguito, indicare alla comunità chi ha compiuto atti di eroismo, di rettitudine, di ingegno, di senso civico. E Almirante dove potrebbe essere collocato? È stato un eroe perché ha combattuto sino alla fine dalla parte sbagliata? Ha salvato vite umane?”.
A dichiararlo, in un comunicato, è Daniele Gasperi, della segreteria del Pci della federazione di Grosseto.
“No, ha consentito attraverso il manifesto contro gli sbandati, di far giustiziare innocenti come è avvenuto a Maiano Lavacchio, Niccioleta oppure ha fatto sì che altri venissero trucidati come nel caso di Norma Parenti e altri – continua la nota –. Anche questa volta si vuol far passare i criminali come eroi e aver sposato la causa dell’intitolazione di una via a Giorgio Almirante, come vuole fare l’amministrazione grossetana, ripropone l’ennesima lettura distorta della storia invocando la pacificazione e non equiparando chi si è battuto per i valori di libertà e democrazia a chi è stato a fianco della Repubblica sociale e dei nazisti. Tra le altre cose, nel 2018 la famiglia Almirante presentò una denuncia/querela per la determinazione e i documenti storici inequivocabili che dimostrano da che parte lui stava. Una querela fatta e che forse chi l’ha presentata si era scordato, dimenticato del processo degli anni Settanta, processo sostenuto dal Pci, per i martiri della Niccioleta ritrovati nell’archivio storico del Comune di Massa Marittima e depositati dall’allora sindaco Rizzago Radi presso il tribunale e che dimostrano chi era stato Almirante, un esecutore della Rsi a servizio dei nazisti”.
“Il sindaco di Grosseto non può invocare il sacrosanto diritto ad essere liberi, significa disconoscere quanto avvenuto e comportarsi come vuole. Quella libertà a cui Vivarelli Colonna si riferisce è stata conquistata combattendo i nazi-fascisti e i repubblichini come Almirante – sottolinea Gasperi -. Si chieda se al tempo del Ventennio avrebbe avuto la stessa possibilità di esprimersi come fa oggi e se, sempre in quel periodo, gli sarebbe stato concesso da podestà non solo di intitolare una via a personaggi scomodi al regime, ma di uscire da quella logica che ha privato gli italiani di tutte le libertà portando molti di loro nei patiboli della follia fascista e nazista o nei campi di concentramento. Faccia un passo indietro Vivarelli Colonna e rispetti chi ieri ha combattuto per quella libertà e non per trucidare donne, uomini, bambini. Faccia un passo indietro per il rispetto di quella memoria e di quelle persone che ancora una volta, e questa volta senza il manifesto di Almirante, sarebbero colpiti alle spalle ancora una volta da chi ha giurato sulla Costituzione dell’Italia repubblicana e antifascista”.
“Se questo non avviene riteniamo che tutte le iniziative giuridiche, compreso un eventuale ricorso al Tar previsto dalle norme, possano e debbano essere intraprese – termina il comunicato –. La questione è in piedi dal 2018 e ha rappresentato un elemento sul quale si è voluto procedere nella maniera sbagliata, troppo morbida, elaborata forse anche per farla diventare elemento di scontro politico e propagandistico. L’antifascismo è un valore universale che non può diventare strumento di battaglia politica, ma è elemento che deve riunire le forze che hanno scelto di stare dalla parte della libertà in onore di chi è caduto e perché il fascismo non torni mai più”.