Grosseto. “C’è cascato di nuovo, ancora una volta il primo cittadino pur di conquistare momenti di notorietà, sconvolge la storia, distruggendo a livello nazionale l’immagine della nostra città compromettendone la credibilità sotto tutti i punti di vista. Se il suo intento era quello di arrivare ad una pacificazione storica, il sindaco Vivarelli Colonna dovrebbe prima di tutto metterla in atto con se stesso”.
Attraverso un comunicato, la federazione di Grosseto di Sinistra Italiana commenta la decisione del Comune di intitolare una via a Giorgio Almirante.
“Un sindaco totalmente fuori luogo, che, utilizzando in modo improprio il suo ruolo istituzionale, espone la città di Grosseto ad ogni genere di critiche – continua la nota –. Non bastava la pessima (ultima di una lunga serie) uscita social su Elly Schlein dei giorni scorsi. Il sindaco è andato oltre e lo ha fatto, cosa ancor più grave, attraverso un atto istituzionale. Intestare, a Grosseto, un via a Giorgio Almirante, sarebbe come intestare una scuola materna allo stesso Erode. Il fascista Almirante proprio nel nostro territorio è stato complice del più efferato eccidio nazi-fascista perpetrato in Maremma, ovvero l ‘eccidio dei minatori alla Niccioleta il 13 giugno 1944 a seguito di un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto, firmato da lui stesso”.
“Intestargli una via è un atto che va contro la storia del nostro territorio. Addirittura poi decidere di intestare contemporaneamente due vie parallele, una al fascista Almirante e l’altra ad Enrico Berlinguer, è una provocazione inaccettabile che nulla a che vedere con la cosiddetta ‘pacificazione nazionale’, ma che, secondo noi, rischia di scatenare proprio il contrario andando ad ‘inquinare’ con questo gesto una delle figure più belle e lungimirante della storia repubblicana, che è quella di Enrico Berlinguer – termina il comunicato –. Invitiamo pertanto il sindaco a ripensare a questo gesto insensato, soprattutto in onore di tutti coloro che durante il fascismo si sono sacrificati con la loro vita, affinché fossimo liberi”.