Home Grosseto Carenza medici e infermieri, Spadi: “Riprogrammare numero chiuso per accesso a medicina”

Carenza medici e infermieri, Spadi: “Riprogrammare numero chiuso per accesso a medicina”

La consigliera regionale: "Incrementare le indennità delle professioni sanitarie”

di Redazione
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Firenze. Mettere in atto misure in grado di favorire il ricambio generazionale dei medici all’interno del Sistema sanitario nazionale e promuovere incentivi per risolvere il problema del reperimento del personale medico ed infermieristico. Sono questi gli obiettivi della proposta di risoluzione avanzata dai consiglieri regionali del Partito democratico, di cui Donatella Spadi è prima firmataria.

“Un’adeguata presenza di medici ed infermieri rappresenta uno dei fattori più rilevanti per la tenuta complessiva del Sistema sanitario nazionale – spiega la consigliera dem Donatella Spadi. I dati recentemente pubblicati da Anaao Assomed, il sindacato dei medici e dirigenti sanitari italiani, dicono che, all’anno 2020, nella graduatoria Ocse l’Italia, con 4,1 medici per mille abitanti, si trova al 12esimo posto tra i soli Paesi europei, poco al di sopra della media Ue (3,8 per mille abitanti), anche se lontano dalle posizioni di vertice: Grecia (6,2 per mille abitanti), Austria (5,3), Portogallo (5), Norvegia (5)”.

“Per l’Italia, il dato maggiormente preoccupante – prosegue la consigliera Pd – riguarda l’invecchiamento dei medici ancora in attività: il 56% ha più di 55 anni ed è prossimo al pensionamento. Per fare un esempio, in Gran Bretagna gli over 55 sono appena il 14% del personale medico attivo. Questo significa che, senza un adeguato turnover, nei prossimi anni in Italia la percentuale di medici ogni mille abitanti rischia di scendere ancora di più, il che aumenterebbe la carenza di professionisti sanitari creando ulteriori problemi di tenuta della qualità del servizio sanitario pubblico”.

“E’ dunque fondamentale – conclude Spadi che lo Stato adegui la programmazione delle borse di specializzazione in medicina alle effettive esigenze del Paese e aumenti il tetto di spesa del personale sanitario alle Regioni al fine di consentire maggiori assunzioni. Non solo: è necessario predisporre un sistema di incentivi e di valorizzazioni in grado di rendere attrattivo il lavoro medico nel Servizio sanitario nazionale in termini di riconoscimento sociale ed economico”.

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