“Quando abbiamo affrontato il problema delle barriere architettoniche soffermandoci su alcune situazioni certificate dai fatti siamo stati tacciati di essere poco informati“.
A dichiararlo è Daniele Gasperi, della segreteria del Pci di Massa Marittima.
“C’è un Peba e lo abbiamo richiesto, così come chiediamo quante delle risorse del Comune derivanti dagli oneri di urbanizzazione vengono destinate al superamento di quelle che sono le barriere architettoniche presenti nella città e nelle frazioni. Infine, ci interessa sapere quali interventi il Peba o il piano delle opere pubbliche mettono in campo nella programmazione comunale e quanto ha investito negli anni – continua Gasperi -. Possono apparire come aspetti formali, ma nella realtà esprimono sostanza perché si vuole capire che cosa veramente si sta facendo per applicare quelle leggi come la 104 e le altre disposizioni normative anche regionali per il superamento delle barriere architettoniche fisiche e sensoriali. Ci dispiace smentire l’amministrazione in molte delle azioni che non ha fatto. Si è voluto mettere l’accento sulle opere realizzate nell’area Conad, un’area che è vero che non ha barriere fisiche, ma che poteva essere ancora meglio completata attrezzandola anche per il superamento delle barriere sensoriali, così come si fa nei supermercati di altre città o in luoghi pubblici come stazioni, centri medici ecc..”.
“Oltre a questo eravamo stati bacchettati proprio perché sulle nuove opere e lavori l’amministrazione aveva ottemperato e lavorato per il superamento delle barriere, ovviamente solo fisiche perché quelle sensoriali evidentemente interessano relativamente o ci si pensa sempre poco, basti vedere viale Risorgimento in prossimità del presidio ospedaliero, dove percorsi per ipovedenti sono completamente assenti – sottolinea Gasperi -. Ma sempre su viale Risorgimento non è difficile constatare che alcuni attraversamenti pedonali sono stati effettuati senza prevedere scivoli per chi è in carrozzina e quelle sono le nuove barriere fisiche costruite durante l’esecuzione dei lavori. Non si è fatto quindi quello che doveva essere fatto per migliorare l’accessibilità. Anche la recente pavimentazione di via Fermi, che ha interessato i marciapiedi, ha lo stesso vizio. C’erano e sono rimasti scaloni impressionanti che non favoriscono certamente il passaggio di carrozzine o favoriscono chi ha problemi di mobilità. Anche questo è un intervento che poteva e doveva essere eseguito in altro modo, semplicemente andando ad eliminare le barriere presenti e non a confermarle anche perché in via Fermi, con quelle fattezze dei marciapiedi, si è costretti a camminare in mezzo alla strada”.
“In via XXV Aprile stessa cosa, in via del Parco idem, marciapiedi che sono ostacoli insuperabili e spesso arredati con lampioni o centraline Enel, Telecom ecc… In questi casi potrebbero essere fatti interventi senza un eccessivo impatto economico che andrebbero migliorare notevolmente la praticabilità delle aree urbane in modo notevole – termina Gasperi -. Insomma, per il Pci, e senza offesa per chi amministra, sarebbe il caso anche di cambiare il nome della coalizione da ‘Massa Avanti Insieme’ in ‘Massa Avanti insieme se non avete problemi con le barriere'”.