“L’emergenza idrica incombe già sul 2023, i livelli di accumulo che l’Autorità idrica toscana ci dice che ad oggi sono stati raggiunti, e che si raggiungeranno a primavera, sono molto bassi. La Regione Toscana chiese l’emergenza nazionale che fu dichiarata, con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo scorso primo settembre: sono arrivati 4,3 milioni di euro che andranno per opere più o meno ordinarie, dalle autobotti al recupero di alcuni pozzi. Senza però affrontare questioni fondamentali nell’ambito dell’approvigionamento idrico a scopo domestico, agricolo e industriale, ovvero un uso plurimo della risorsa idrica. Da una parte dobbiamo incentivare la lotta a perdite e sprechi, che in Toscana ammontano a circa 178 milioni di metri cubi all’anno, e solo 38 milioni di queste perdite vengono poi recuperate; dall’altra parte è necessario irrobustire il sistema di invasi piccoli, medi e grandi che affianchino Montedoglio e Bilancino. La Regione deve coordinarsi con il Governo e con gli altri enti che si occupano di acqua ad ogni livello”.
A dichiararlo sono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione ambiente e territorio, e Vittorio Fantozzi, che hanno lavorato ad una proposta di risoluzione rivolta alla Regione. Fratelli d’Italia aveva chiesto nei mesi estivi una comunicazione alla Giunta sulla crisi idrica.
“Abbiamo rilanciato l’idea della grande diga sul Merse, nel grossetano, che potrebbe fornire decine di milioni di metri cubi di acqua alla popolazione ed all’agricoltura della Toscana del centro sud, un grande invaso localizzato nella pianura del torrente Feccia, esattamente nella confluenza tra il torrente Feccia ed il fiume Merse, il cui progetto è confermato dall’Autorità della pianificazione distrettuale, che permetterebbe di mettere in sicurezza il sistema idrico anche per la zona costiera e la Maremma grossetana. A questa idea il presidente Giani ha dato la propria disponibilità, fermo restando la necessità di un confronto con gli enti locali del territorio“, sottolineano Capecchi e Fantozzi.
“Chiediamo alla Regione di promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica – spiegano Capecchi e Fantozzi –. Per l’utenza domestica, attraverso una capillare informazione sugli strumenti per il risparmio idrico, partendo dall’utilizzo dei riduttori di flusso applicabili ai rubinetti. Per fini agricoli, attivando, tramite il sistema del credito toscano, misure di incentivazione finanziaria destinate alle imprese e agli imprenditori agricoli per l’acquisizione e l’installazione di sistemi di recupero e riuso delle acque con riduzione dell’incidenza sulla risorsa idrica idropotabile o su falde e pozzi. Per quanto riguarda l’utilizzo a fini industriali, prevedendo una mappatura dei prelievi dell’acqua di falda e sorgente, incentivando le conseguenti azioni per la loro riduzione anche attraverso l’utilizzo di acqua depurata; prevedendo l’istituzione di un fondo straordinario per fronteggiare gli interventi di emergenza”.