“Parliamoci chiaro, esprimere la propria contrarietà ed impegnarsi per evitare il funzionamento del rigassificatore è stata una battaglia giusta. Ma è altrettanto vero che le possibilità di impedirne l’arrivo erano veramente poche“.
A dichiararlo, in un comunicato, sono le liste civiche Follonica nel Cuore e In movimento per Follonica.
“Di fronte a decisioni incontrastabili occorreva sin dall’inizio aprire un tavolo concreto per ottenere dalla Regione e dallo Stato serie e concrete misure compensative a favore dei territori potenzialmente danneggiati dal nuovo impianto. A noi interessa Follonica, ovviamente, e la sua esclusione da ogni forma risarcitoria irrita – continua la nota -. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto affiancarsi sistematicamente a Piombino per un’azione comune tesa a mitigare le ricadute sui cittadini del golfo. Ce lo insegnano da anni le più moderne socialdemocrazie scandinave: là dove si operano scelte ad alto impatto ambientale si individuano serie misure compensative (gratuità nel costo dell’energia, scuole, posti di lavoro, infrastrutture ecc..). Ed invece si è scelto il muro contro muro con lo Stato con il solo risultato che il nostro si è subito rilevato un muretto di cartongesso abbattibile con un soffio di vento. Piombino perciò esce con un rigassificatore ed alcuni investimenti pubblici che, se confermati, avranno un valore strategico rilevante come, ad esempio, il completamento della strada 398″.
“L’esperienza del rigassificatore non è altro che la conferma dell’assoluta necessità che Follonica cambi lo sguardo nei confronti dei territori limitrofi: non solo politiche comuni con le Colline Metallifere, ma un inserimento determinato nelle logiche della Val Di Cornia. Questo Follonica lo ha fatto sempre poco e timidamente – termina il comunicato –. Sono più i tavoli in cui è Follonica è con Roccastrada e l’Amiata che non con Piombino e Campiglia Marittima. Il golfo di Follonica è attraversato da due province (Livorno e Grosseto) e quattro comuni ed è intorno a questo quadro che debbono essere concentrati i nostri sforzi: turismo, industria, pesca, allevamento ittico, agricoltura, blue economy, portualità debbono essere affrontati superando le logiche provinciali e unendo la Val di Pecora con la Val di Cornia. Il ritardo da recuperare è preoccupante”.