“Stamani, davanti ai cancelli della Venator, eravamo accanto ai lavoratori, con sindacati ed istituzioni, e ci saremo anche nel futuro per sostenere con la nostra presenza quella lotta che non vuole vedere ancora impoverire il territorio di una realtà industriale, l’unica restata in provincia, che dà lavoro a decine di famiglie di dipendenti dell’azienda ed altrettante famiglie dell’indotto. Ad un’attività che da sola produce 1/3 del Pil dell’intera provincia”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono Luciano Fedeli, per la segreteria del Pci della federazione di Grosseto, e Daniele Gasperi, per il Pci dell’area delle Colline Metallifere.
“Un’azienda che deve avere un futuro in termini di occupazione e produzione, nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica, cosa che può essere fatta solo con un impegno unitario di tutti gli attori del territorio, della Regione Toscana e dei Comuni del comprensorio – continua la nota -. La decisione di Venator è non solo improvvisa e ingiustificata, ma cade in un momento in cui sono attivi tavoli di concertazione, una decisione che sa di ricatto e per questo è inaccettabile e la rifiutiamo”.
“Per uscire dalla crisi è necessario uscire dall’immobilismo che ha caratterizzato anni e anni di non scelte, di assenza di una politica che invece di pianificare ha preferito la strada dell’attendismo per accontentare tutti e finalizzata a mantenere il solo consenso, dimenticando di progettare un futuro certo, sicuro e sostenibile per l’attività – termina il comunicato –, per i lavoratori del territorio e per il territorio“.