Il Pci scende in campo alle prossime elezioni politiche: Marco Barzanti sarà il candidato al Senato nel collegio uninominale che comprende anche Grosseto.
“Visto il precipitare della crisi e l’indizione di elezioni in tempi strettissimi e nel bel mezzo dell’estate, il Pci non ha potuto concorrere anche ad essere presente alla Camera a causa delle numerose firme richieste per la presentazione delle liste – spiega Luciano Fedeli, segretario provinciale del partito -. Un trattamento che non è stato invece riservato ad altri partiti, che hanno potuto godere di norme decretate ad hoc evitando l’onere della raccolta delle firme.
Alla domanda ricorrente sul motivo per cui il Pci non si sia presentato con Unione Popolare alla prossima tornata elettorale, Fedeli ha spiegato: “La crisi e l’indizione delle elezioni sono avvenuti nel momento nel quale il tavolo era aperto per arrivare a convergenze che poi non si sono realizzate ma, come federazione siamo impegnati a superare queste difficoltà che trovano appiglio nella simbologia, per arrivare a costruire un fronte unitario alternativo alla destra di Fratelli d’Italia e Lega e alla destra moderata del Pd, che pur di governare non disdegna di presentarsi come l’erede del grande Pci, per poi ritrovarsi al Governo con la destra. È un obiettivo che ci poniamo e che poniamo come prioritario nella linea di partito per recuperare quel rapporto con i cittadini che vogliono un’alternativa a sinistra senza se e senza ma e senza soprattutto incagliarsi in pregiudiziali di poco conto che non toccano i problemi veri”.
“Non abbiamo più una sanità pubblica in grado di dare risposte ai cittadini sia presso il presidio provinciale, che in quelli periferici – sottolinea il candidato Marco Barzanti -. Mancano medici, infermieri e operatori sanitari, si chiudono reparti e si riducono posti letto. A Pitigliano da 22 posti letto si è passati, quando ci saranno i medici, a 12 posti letto e si illudono sindaci e cittadini di avere risolto i problemi. Ci sono problemi per il lavoro e le crisi aperte di Venator e acciaierie di Piombino sono due esempi ai quali chi governa da decenni non ha dato risposte. Diciamo ‘No’ al rigassificatore ed ha ragione il sindaco di Piombino, che difende quanto costruito in questi anni a livello economico e incalza il Governo al rispetto dei patti, in primo luogo nel rilancio dell’attività siderurgica. Pensiamo che la viabilità, con l’adeguamento della Tirrenica e il completamento delle trasversali Sarzanese-Valdera a nord e Maremmana a sud della nostra provincia, debbano essere terminate e, se non lo saranno, anche in questo caso la responsabilità è di chi ha governato a livello centrale, regionale e negli enti locali. Dobbiamo intervenire sui bisogni della piccola e media impresa e sostenere le famiglie, visti gli aumenti ormai fuori controllo dell’energia. Bisogna dare dignità e sicurezza a chi lavora, superando la precarietà, e offrire garanzie di uscita dal ciclo produttivo superando la Fornero”.
Alla domanda con quali risorse si possano realizzare questi propositi, risponde ancora il segretario del Pci, Luciano Fedeli: “Tutte le maggiori coalizioni e i partiti che sono stati chiamati a governare hanno presentato un libro dei sogni da proporre, o meglio promettere, agli italiani. Noi del Pci crediamo che un tema sul quale ci sia da lavorare da subito sia quello della spesa militare, che aumenta di 14 miliardi di euro, non comprando gli F135 il cui costo solo per l’acquisto, quindi senza consumi e manutenzioni, è di 130 milioni l’uno, moltiplicato per 90 aerei che andranno a produrre morte e distruzione, mentre il Paese, quello reale, ha bisogno di posti letto, medici, lavoro non precario e non sottopagato, servizi ad anziani, disabili e non autosufficienti, tutte cose che si possono fare intervenendo sui costi e non sulla pelle dei cittadini”.