Home Grosseto Scuola, Pizzuti e Gabbrielli: “Migliorare la gestione delle risorse”

Scuola, Pizzuti e Gabbrielli: “Migliorare la gestione delle risorse”

di Redazione
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I banchi con le rotelle non servono più e la scuola italiana sta sprecando risorse. Il provvedimento, preso dall’allora Governo giallo-rosso per arginare la pandemia, si conclude con un evidente buco nell’acqua. Profondo il disappunto di Amedeo Gabbrielli e Valerio Pizzuti, capi gruppo in Consiglio comunale a Grosseto per Forza Italia Ppe e Italia Viva.

«È con grande rammarico per noi prendere atto che siano state spese cifre esagerate per la scuola per poi arrivare a un nulla di fatto – precisano i due consiglieri –. Inclusione, personalizzazione e digitalizzazione sono le parole chiave della scuola che tutti noi auspichiamo».

Gabbrielli e Pizzuti poi, analizzano la situazione economica: «Nel periodo Covid sono stati investiti 4 miliardi di euro tra banchi a rotelle (247 euro a banco per un appalto che sembra aggirarsi attorno ai 44 milioni di euro), personale Covid e tante risorse a pioggia destinate alle scuole. Si sarebbe dovuto cogliere l’opportunità di orientare questi finanziamenti per avviare interventi strutturali, tra cui l’eliminazione progressiva e permanente delle “classi pollaio”, che affligge la scuola italiana da molti anni, ma per la quale non si è fatto mai nulla. La riduzione della numerosità delle classi, da sola, avrebbe favorito il distanziamento, e quindi la sicurezza, ma anche una più funzionale organizzazione della didattica».

L’analisi è spietata, ma quanto mai realistica: «Serve il coraggio di cambiare paradigma, di andare verso una scuola su misura, basata sulla personalizzazione dei piani di studio, con una didattica individualizzata, flessibile – aggiungono Gabbrielli e Pizzuti . Una scuola che valorizzi le attitudini e le potenzialità di ognuno, che sappia apprezzare le diversità e riconoscere la multiformità delle intelligenze. Tutto questo non si può fare con 30 alunni per classe, dove non c’è possibilità di una vera relazione. Occorrerebbe lavorare per gruppi di apprendimento ridotti, eterogenei e variabili. Le conseguenze di un insegnamento scarsamente personalizzato ricadono soprattutto sui ragazzi più fragili. L’eccessivo numero di studenti nelle classi rappresenta, quindi, un fattore che può incidere sui bassi livelli di apprendimento, anticamera degli abbandoni scolastici».

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