“La Regione Toscana avrà tempo fino al prossimo ottobre per sbloccare la situazione di Scarlino. Ci auguriamo che l’assessore Monni sfrutti questi mesi per trovare una soluzione concreta che garantisca la tutela ambientale e i posti di lavoro: è a rischio il futuro di centinaia di famiglie del grossetano e di altrettante del carrarese. Sempre che goda ancora della fiducia del Partito democratico, visto che per ben due volte è stata costretta a ritirare una sua comunicazione durante i Consigli regionali.
La sentenza del Tar della Toscana rimanda una decisione definitiva a fine ottobre alla luce di correttivi da parte di azienda e Regione.
Il Tribunale amministrativo invita a fare proprie verifiche alla Regione perché questa avrebbe imposto lo stop al riempimento di Montioni sulla base delle conclusioni della Procura. Viene da chiedersi perché gli uffici regionali non abbiano giustificato la decisione sulla base delle analisi di Arpat, che furono tanto pubblicizzate dall’assessore Monni in una memorabile conferenza stampa di un anno fa. Fatto sta che questo appunto del Tar fa comprendere quanto la Regione abbia avuto un atteggiamento approssimativo nella gestione dei gessi rossi.
Intanto Venator ha già dichiarato di essere intenzionata a ridurre la forza lavoro di circa il 25% anche se ripartirà la seconda linea di produzione nel 2023. Purtroppo, la posizione schizofrenica della Regione, che prima ha dichiarato che andava tutto bene e, pochi mesi dopo, ha bloccato il riempimento della cava, ha sicuramente influenzato la decisione dell’azienda. E in tutto questo le vittime sono solo i lavoratori“.
Lo dichiarano in una nota il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, assieme al capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Francesco Torselli.