“Ci appelliamo alle istituzioni, alla Regione Toscana, nelle persone di Eugenio Giani e del suo assessore ai trasporti Stefano Baccelli, e al presidente della Provincia di Grosseto, Francesco Limatola, affinché facciano recedere Autolinee Toscane dai propositi bellicosi che non tengono conto della garanzia di mobilità prevista dalla Costituzione stessa“.
A dichiararlo, in un comunicato, è la federazione di Grosseto del Partito della Rifondazione Comunista.
“Infatti verrebbero soppresse linee storiche della nostra provincia e dei nostri borghi, a grave danno delle fasce più deboli del nostro tessuto sociale maremmano e inoltre non ci sarebbe più la salvaguardia dei lavoratori da turnazioni che raggiungerebbero, in alcuni casi, dodici-tredici, ore non tenendo affatto conto inoltre di residenze storiche lavorative che metterebbero nel disagio più assoluto gli autisti e le loro famiglie – continua la nota –. Tutto questo in nome di un ‘efficientamento’ che a dir poco ha dell’assurdo! Ci è stato riferito che tutto questo marasma, che starebbe per abbattersi sul nostro territorio maremmano, sia dovuto all’ottusità e all’ostilità di alcuni dirigenti di Autolinee Toscana che si sono affidati ad un mero ed impersonale programma di algoritmi per ridisegnare il trasporto pubblico locale nella nostra provincia”.
“Noi riteniamo che il vero efficientamento ed ammodernamento del trasporto pubblico locale (visto che sono soldi pubblici, quindi di noi tutti) passi esclusivamente attraverso il necessario confronto con le istituzioni pubbliche (Comuni e Provincia) e le rappresentanze sindacali dei lavoratori che, a differenza di un ‘programma di algoritmi’, tengano conto delle reali esigenze di un territorio come la provincia di Grosseto e dei cittadini che lo abitano – termina il comunicato -. Noi saremo al fianco del nostro presidente della Provincia, Francesco Limatola, che sappiamo essersi prontamente messo a disposizione per risolvere la questione e naturalmente sosterremo la lotta dei sindacati“.