“Nei giorni scorsi abbiamo osservato in rigoroso silenzio le conseguenze dettate dall’ordinanza sindacale n. 33 del primo aprile in materia di riduzione del periodo di esercizio degli impianti termici ad uso riscaldamento presenti sul territorio del Comune di Gavorrano. Ritenevamo che il Sindaco Biondi avesse consultato le previsioni meteo ed avesse rilevato in esse un evidente innalzamento delle temperature medie”.
A dichiararlo è Andrea Maule, capogruppo di Centrodestra Gavorrano.
“Da normativa vigente il Comune di Gavorrano avrebbe la possibilità di mantenere accessi i riscaldamenti nelle scuole (elementari e medie, di queste stiamo parlando) per un massimo di 12 ore al giorno, fino addirittura al 15 aprile di ciascun anno – spiega Maule -. E invece, di punto in bianco, con una sua ordinanza di venerdì primo aprile (che non è però un pesce di aprile) il Sindaco ha deciso di spegnere i riscaldamenti nelle scuole. Seppur possiamo definire logico quanto ha scritto nella sua ordinanza (conflitto tra Ucraina e Russia, eccessivo inquinamento atmosferico, educazione ambientale, e molte altre frasi che percuotono la sensibilità umana), riteniamo meno logico quanto imposto dal Sindaco. Ad oggi, con un evidente abbassamento delle temperature dovuto alle recenti perturbazioni, ci ritroviamo con alcune centinaia di bambini che stanno seduti al proprio banco indossando abiti pesanti, per non meno di cinque ore ogni mattina, a causa dell’eccessivo freddo che si rileva all’interno delle aule”.
“Ci chiediamo quindi: non era il caso di ridurre progressivamente le ore giornaliere di accensione del riscaldamento anziché azzerarle totalmente? Non era il caso di consultare l’Istituto comprensivo e valutare congiuntamente l’iniziativa? È evidente che il primo cittadino non tornerà sulla sua decisione e la difenderà ad ogni costo, con la consueta arroganza; d’altronde fin qui ci ha abituato a questo – termina Maule -. Raccomandiamo quindi ai nostri meravigliosi bambini: vestitevi con abiti pesanti e, come in un gioco, immaginate di non andare a scuola… ma in gita al polo nord“.