“Anche durante l’emergenza Covid, con i casi dovuti alla variante Omicron in vertiginoso aumento in Maremma e l’ospedale Misericordia sempre più sotto pressione, la sanità grossetana viene discriminata dalle politiche della Asl Toscana Sud Est“.
Elisabetta Ripani, deputata grossetana di Coraggio Italia, e Sandro Marrini, esponente del partito, commentano la decisione dell’Azienda sanitaria di creare nuovi posti letto per pazienti positivi, ma ricoverati per altre patologie, negli ospedali della Sud Est, una scelta che non ha preso in considerazione le strutture della provincia di Grosseto.
“La storia è lunga, ma si ripete e non vogliamo tornare a parlare ora delle criticità create dall’intensità di cura, dei divari di trattamento economico del personale, talora abissali, oppure della limitazione di risorse per il 118, dislocate su Siena – continuano Ripani e Marrini -. Ci sarebbe da scrivere un libro sul maltrattamento della sanità maremmana, ma questa volta desideriamo soffermarci sulle recenti soluzioni prese dalla direzione aziendale per andare incontro alle esigenze di ricoverare i pazienti positivi al Covid, ma affetti da altre patologie, per i quali il virus è solo un riscontro occasionale. Ad Arezzo e a Siena hanno organizzato due ospedali periferici dedicandoli alla cura di queste persone; a Grosseto no, sono state lasciate al Misericordia, nei vari reparti Covid che si stanno saturando, aumentando le ‘cure intermedie’ nei nosocomi di Pitigliano e Castel del Piano, che, ricordiamo, sono dedicate ai pazienti Covid +, con sintomatologia Covid correlata, ormai prossimi alla guarigione. Azione utile, ma non esaustiva“.
“Se si vorranno curare gli altri pazienti, quelli sì positivi al Covid, ma affetti da altre patologie, cosa faremo? Rimanderemo ancora le cure ai pazienti Covid negativi? Questa è l’ennesima decisione penalizzante che danneggia la salute dei cittadini maremmani, causata dall’incuria e dall’imperizia di chi dovrebbe avere il compito di prendersi cura delle persone, ma che sembra spinto da altre motivazioni – terminano Ripani e Marrini –. Per questo motivo, stiamo iniziando a dubitare che si tratti solo di incapacità organizzativa e che in realtà si voglia continuare nell’opera di smantellamento della sanità maremmana”.