Home Grosseto “No all’Iva per il Terzo settore”: Grosseto Città Aperta mobilita il Consiglio comunale a favore del volontariato

“No all’Iva per il Terzo settore”: Grosseto Città Aperta mobilita il Consiglio comunale a favore del volontariato

di Redazione
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Il Consiglio comunale di Grosseto ha approvato l’ordine del giorno proposto da Grosseto Città Aperta per chiedere la cancellazione delle norme che inaspriscono pesantemente il regime fiscale in materia di Iva per gli enti del Terzo settore, mettendo a rischio la sopravvivenza di una larga parte del mondo dell’associazionismo e del volontariato.

Norme – sottolineano i consiglieri di Grosseto Città Aperta Carlo De Martis e Marilena Del Santo calate come una mannaia nelle pieghe della legge di conversione del Decreto fiscale attraverso un emendamento del senatore della Lega Alberto Bagnai, che hanno immediatamente messo in allarme il mondo del non profit. Ad oggi per le associazioni culturali e per quelle sportive dilettantistiche, così come per gli enti religiosi, assistenziali, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica, vige infatti un regime di esclusione Iva rispetto alle attività di natura commerciale effettuate in conformità alle finalità istituzionali. Un regime fiscale che riconosce le peculiarità del Terzo settore, che per sua natura opera a beneficio della comunità e non persegue fini di lucro. Le modifiche introdotte dal Parlamento stravolgono l’assetto fin qui vigente, cancellando completamente il regime di esclusione Iva per gli enti del Terzo settore, assoggettandoli al diverso e ben più gravoso regime di mera esenzione Iva”.

“Una differenza terminologica, quella tra esclusione ed esenzione, solo apparentemente minimale, che di fatto comporta l’introduzione di oneri e adempimenti di portata tale che per numerose realtà risulteranno economicamente insostenibili, determinandone la chiusura. Per altre, dotate di maggiore forza economica, potranno essere sostenuti, ma a condizione di rendere più onerosi i servizi offerti o tagliare quegli stessi servizi, a scapito della collettività, particolarmente delle persone più fragili che costituiscono i principali beneficiari dei servizi offerti dagli enti del Terzo settore. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ricorda De Martis – ha biasimato in precedenti occasioni i tentativi di introdurre quelle che ha definito ‘tasse sulla bontà’, rimarcando che ‘le realtà del Terzo Settore, del non profit, rappresentano una rete preziosa di solidarietà. Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni. Anche perché, sovente, suppliscono a lacune o ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto’. Il coro di proteste che si è sollevato a livello nazionale ha consentito di far slittare l’entrata in vigore di queste norme al 2024. Ma non basta“.

“Per questo – concludono i consiglieri di Grosseto Città Aperta è di particolare importanza il voto espresso dal Consiglio comunale della nostra città a larghissima maggioranza (si sono astenuti soltanto i consiglieri della Lega, eccetto Giacomo Cerboni, che ha votato a favore, e la consigliera Carla Minacci. del gruppo Vivarelli Colonna Sindaco). Quello che ora il Parlamento è chiamato a fare è cancellare quelle norme e aprire immediatamente un tavolo di confronto con il Terzo settore per ridefinire tutta la materia fiscale che interessa un mondo così vasto e vitale per la nostra società”.

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