“Il primo Consiglio comunale di Grosseto, tenutosi questa mattina, si è rivelato una perfetta cartina di tornasole per svelare quello che sarà il profilo della nuova amministrazione e, soprattutto, del suo sindaco: disprezzo per le regole, insofferenza verso le minoranze e le poltrone quale unico obiettivo“.
Interviene così Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta.
“Chiamata l’elezione del presidente del Consiglio, che oltre ad essere la seconda carica del Comune è recentemente diventata anche una poltrona ben remunerata, Vivarelli Colonna ha letteralmente tenuto in ostaggio l’intero Consiglio comunale pretendendo di piegare le regole dello statuto comunale ai suoi desiderata – sottolinea De Martis -. Nonostante lo statuto disponga a chiare lettere che ogniqualvolta il voto riguardi ‘le persone’ lo scrutinio deve essere segreto, e nonostante che da decenni, con amministrazioni di ogni colore, il presidente del Consiglio sia stato sempre eletto con voto segreto, Vivarelli Colonna ha preteso che questa volta si votasse con voto palese. Con tanti saluti al principio di legalità (e dire che giusto pochi minuti prima aveva giurato di rispettare le leggi e lo statuto)“.
“La ragione? L’esigenza di blindare con una legge ad personam il suo uomo più fidato, Fausto Turbanti, di fronte al timore che tra le sue fila si annidassero franchi tiratori, termine non per nulla risuonato con candida ingenuità dai banchi della maggioranza – spiega De Martis -. L’elezione del presidente del Consiglio è infatti prerogativa della maggioranza e la minoranza non ha potuto che assistere allo spettacolo, indecoroso, di un sindaco in fibrillazione che non si fidava della propria maggioranza. C’è voluta un’intera mattinata, ma alla fine Vivarelli Colonna evidentemente è riuscito a rimettere in riga i suoi, ed a quel punto ha acconsentito, bontà sua, a procedere con il voto segreto che ha eletto Fausto Turbanti. Il nuovo presidente del Consiglio non avrà certo un compito semplice, perché dovrà innanzitutto smarcarsi dal sospetto di non essere altro che uno ‘yes man’ a disposizione del sindaco. Magari potrà cominciare il suo incarico spiegando a Vivarelli Colonna, ad esempio, che non può minacciare le minoranze, come ha fatto, di non attribuire loro la presidenza della commissione di controllo e garanzia, per la semplice ragione che, ancora una volta, è quella fastidiosa cosa che si chiama ‘legge’ a stabilire che tale incarico spetti alle minoranze”.
“Non poteva poi mancare un ultimo, biasimevole colpo di scena prima della chiusura della seduta. Così come la presidenza del Consiglio è prerogativa della maggioranza, per prassi la vicepresidenza è prerogativa della minoranza, sennonché la maggioranza questa volta ha deciso di prendersi pure la vicepresidenza, votando compatta Valerio Pizzuti, consigliere di Italia Viva-Socialisti-Azione il quale, pur sedendo tra i banchi dell’opposizione, sostenuto dalla maggioranza si è autocandidato a sorpresa contro Ciro Cirillo, candidato comune del Partito Democratico, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle – termina De Martis –. In definitiva nulla di nuovo sotto il sole, è la solita arroganza del potere che, purtroppo, non ha mai portato con sé nulla di buono”.