Home Castiglione della Pescaia Verso le amministrative, Cesario: “Cultura e turismo sono settori fermi da 20 anni”

Verso le amministrative, Cesario: “Cultura e turismo sono settori fermi da 20 anni”

di Redazione
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“In merito al binomio cultura e turismo Castiglione della Pescaia ha ancora oggi un enorme potenziale inespresso“.

A dichiararlo è Alfredo Cesario, candidato a sindaco di Castiglione della Pescaia per la coalizione di centrodestra.

“Adagiata sugli allori della stagione estiva, in 10 anni non si sono registrate azioni significative che oggi possano far pensare ad un cambio di prospettiva da parte dell’amministrazione, per abbracciare un modo di fare accoglienza realmente in linea con le immense potenzialità del territorio – spiega Cesario -. Castiglione uguale mare è una verità oggettiva, ma troppo riduttiva, che non tiene affatto conto della forte eterogeneità che il territorio castiglionese, nel suo complesso, è in grado di esprimere. Mare, boschi, colline. Aree di rilevanza storica e archeologica che fanno da contraltare a zone vocate all’intrattenimento ed al divertimento. Uno dei limiti è aver guardato a queste differenze in modo compartimentale, e non come un unicum composto da parti diverse tra loro fortemente compenetrate e complementari. E ancora oggi, nel 2021, è solo l’estate la stagione in cui ci si dà da fare per organizzare iniziative d’intrattenimento per i turisti, ammantate di fierezza per le bellezze locali; per tutto il resto dell’anno l’orgoglio va in letargo insieme alla cultura ed all’accoglienza“.

“Non è stato fatto un piano di comunicazione organico e costante verso l’esterno per affermare in modo irrevocabile che questo angolo di Toscana possiede caratteristiche e peculiarità uniche, e che ce le ha sempre, non solo quando si può andare in spiaggia. Non sono stati accompagnati i castiglionesi nella conoscenza della propria storia e degli ecosistemi che li circondano e delle potenzialità che da questo scaturiscono – sottolinea Cesario -. D’altra parte cosa ci si può aspettare da una giunta che propone il piano di sicurezza per la movida estiva in pieno agosto? E’ stato di fatto mantenuto ciò che è stato costruito vent’anni fa, come ad esempio le mostre temporanee e le conferenze al Museo archeologico di Vetulonia ed i Masterclass dell’Accademia di bel canto intitolata a Georg Solti, cristallizzando il successo che quelle iniziative avevano ricevuto senza tuttavia apportare aggiornamenti o rinnovamenti. Tutto ciò realizzato all’epoca in cui ancora poche persone avevano accesso ad internet ed i social network non esistevano. E nessuno, nel frattempo, si è seriamente impegnato ad innovare attraverso la tecnologia nell’ottica di intercettare l’interesse di un pubblico ancora più vasto“.

“Nel frattempo la fama di Vetulonia è regredita negli anni dopo aver vissuto momenti di meritata gloria. E oggi vive grazie all’impegno straordinario della direttrice Simona Rafanelli, che riesce a fa trovare al Comune iniziative confezionate e pronte per essere sbandierate come oggetto di vanto per gli amministratori attuali. Per non parlare di Palazzo Centurioni, restaurato solo nel piano d’ingresso vent’anni fa, e dimenticato tra le vie del centro storico, deserte per 10 mesi all’anno. Perché non si sono cercati finanziamenti europei o sponsorizzazioni di istituti bancari per farlo divenire, dopo i lavori di ripristino strutturale, un polo culturale attivo tutto l’anno, con respiro internazionale? Buriano ha il suo piccolo e prezioso museo, di cui però nessuno sa niente; della rocca trecentesca si sente parlare solamente durante l’estate quando, stabilendo delle partnership con gli atenei, si potrebbero invitare archeologi, organizzare convegni e conferenze. Il tutto nell’ottica di dare merito al suo valore storico, che non cessa di essere tale quando i vacanzieri se ne vanno – termina Cesario. Di possibilità ce ne sarebbero veramente tante. Quello che manca è una visione di insieme e, soprattutto, la volontà politica di spingersi oltre un orizzonte rimasto, per lunghi anni, troppo limitato e che, per interesse, incapacità e miopia, non si è mai allargato, condannando Castiglione a languire come un semplice paesello di provincia qualunque”.

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