“Il momento è critico per tutti, nessuno escluso. Le chiusure e le restrizioni imposte a suon di Dpcm e ordinanze varie, stanno compromettendo e minando da oltre un anno la vita di tutti noi. C’è però un mondo, come quello legato alle future generazioni e alla scuola in particolare, che, assieme a quello dell’economia, più di altri ne sta risentendo ed è in forte sofferenza“. Ad affermarlo sono Fabrizio Rossi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Cava, responsabile provinciale dipartimento scuola di Fratelli d’Italia, e Mirella Pastorelli, vicesindaco a Magliano in Toscana, esponente di Fratelli d’Italia e insegnante.
“L’anno scolastico è quasi terminato – commenta Fabrizio Rossi – ed ancora dagli scranni del Governo si sente discutere se riaprire, come riaprire e quant’altro. Da quanto riportato nell’ultimo Dpcm, dopo le vacanze di Pasqua, indipendentemente dai colori assegnati alle varie regioni, dovrebbero rientrare in presenza i ragazzi dalla scuola dell’Infanzia alla prima media, come se questa fascia di età fosse immune al virus“.
“Decisione, quest’ultima, molto discutibile secondo noi – proseguono Antonio Cava e Mirella Pastorelli –, in quanto l’apertura della scuola dovrebbe riguardare non solo la scuola primaria e quella dell’infanzia, ma tutti gli ordini e gradi, comprese le superiori. Non si può pensare di preparare le future generazioni attraverso il freddo schermo di un pc, con una didattica come quella a distanza, priva di umanità e soprattutto priva di interazione, di scambio di vedute e contatto umano, che sono fondamentali per un vero insegnamento, nel quale l’attore principale al centro dell’attenzione deve essere l’alunno“.
“L’acquisizione del sapere – spiegano da Fratelli d’Italia – deve passare attraverso esperienze attive e concrete e non attraverso un ascolto passivo o quasi, come quello offerto dalla Dad. Tutto ciò si acquisisce solo in presenza e non mediante schermi, con connessioni molto spesso instabili e ballerine, come in tanti, troppi territori maremmani. Inizialmente la Dad, quando la pandemia è scoppiata e ci ha trovato tutti impreparati, è stata necessaria, ma adesso, a distanza di oltre un anno, è l’ora di dire basta a questo tipo d’offerta scolastica, si può organizzare altro. La preparazione offerta non è certamente corrispondente a quanto richiedono a gran voce da tempo gli alunni. Stiamo assistendo a tagli di ore, di didattica digitale integrata, a tagli dei programmi, a schede di valutazione cambiate nella primaria, a prossimi esami di maturità ridotti ai minimi termini con una sola valutazione”.
“Non si può più assistere inermi a tutto questo. La scuola è una cosa seria per uno Stato; è il domani, è il futuro. Pertanto, è necessario che quest’ultima riacquisisca al più presto quel ruolo che le spetta: che è quello di insegnare, al fine di dare ai giovani quegli strumenti seri ed importanti per affrontare il prossimo futuro come meritano“, concludono Fabrizio Rossi, Antonio Cava e Mirella Pastorelli.