“Proseguire nell’azione di sollecitazione nei confronti del Governo e del Mise per la più rapida approvazione del Fer2”.
Una mozione della Lega sui finanziamenti alla geotermia, a firma dei consiglieri Andrea Ulmi ed Elena Meini, è stata approvata dal consiglio regionale.
“Purtroppo – affermano Ulmi e Meini – si registra che nel decreto Fer1 non sono stati inseriti incentivi per l’energia geotermica che, da quanto si apprende da fonti stampa, dovrebbero essere previsti nel prossimo decreto Fer2 e, recentemente, il Mise aveva annunciato che entro la fine di settembre questo sarebbe stato approvato così da sbloccare le risorse per sostenere lo sviluppo geotermico, mentre da una recente risposta del Governo, interrogato sulla questione, si apprende che, nelle prossime settimane, saranno acquisiti i pareri della conferenza unificata e dell’Autorità di regolazione per l’energia reti ambiente, aggiungendo anche che potrebbe svolgersi una consultazione pubblica. In pratica siamo arrivati a dicembre all’insegna dell’incertezza ed invece occorrono certezze per un comparto importante, sia a livello imprenditoriale che sociale, dei territori interessati. Preoccupazioni che coinvolgono anche la maggioranza, visto che dopo un emendamento, da noi condiviso, ha deciso di sostenere la mozione”.
La Lega è d’accordo sulle consultazioni territoriali, purché non si trattino di un referendum, come in prima battuta ipotizzato. “Secondo noi – sostengono Ulmi e Meini – devono essere considerate le singole vocazioni territoriali toscane. Da un lato c’è la zona della Valdicecina tra le province di Pisa, Grosseto, Livorno e Siena, da sempre legate alla geotermia, dall’altro il Monte Amiata, sul cui territorio siamo contrari a nuovi impianti che andrebbero a scontrarsi con le altre peculiarità locali incompatibili con la presenza di strutture ad alta entalpia”.
Ulmi e Meini concludono ricordando l’impatto che la geotermia ha sulla Toscana. “Con questa fonte rinnovabile – concludono – si soddisfa circa il 30 per cento del fabbisogno energetico regionale, pari ad un consumo medio annuo di due milioni di famiglie, ma soprattutto si ha un risparmio di un milione e 400mila euro di tonnellate equivalente di petrolio con una minor produzione di 4,1 mega tonnellate di CO2, con 650 occupati diretti e circa duemila nell’indotto promuovendo lo sviluppo di numerose piccole e medie imprese in diversi settori produttivi”.