“C’è rammarico per l’importanza degli argomenti trattati. Per l’ennesima volta, però, abbiamo ritenuto che il consiglio comunale del 30 settembre si sia svolto in maniera irregolare, ma soprattutto senza la tempistica adeguata per poter visionare gli importanti documenti in approvazione”.
Così i tre consiglieri del gruppo “Noi per Cinigiano”, la capogruppo Serena Tucci ed i consiglieri Riccardo Bramerini e Manuel Vescovi, motivano il gesto di protesta messo in atto nell’ultimo consiglio comunale, disertando la seduta.
“La convocazione – sostengono – è avvenuta in forma straordinaria e non ordinaria, come sarebbe previsto, tra gli altri, per gli aggiustamenti di bilancio, accorciando i tempi tra la comunicazione e il consiglio senza darci la possibilità di poter analizzare al meglio la documentazione. Inoltre, la convocazione non prevede la seconda seduta, nel caso in cui la prima vada deserta, come previsto dal regolamento. Come minoranza avevamo chiesto un differimento di almeno un paio di giorni, ma ci è stato risposto che non era possibile in quanto entro il 30 settembre dovevano essere approvati importanti atti in scadenza collegati alle tariffe comunali. Ci domandiamo: ma le scadenze sono state comunicate in anticipo al Comune, dunque perché fissare il Consiglio nell’ultimo giorno utile? Perché non farlo con qualche giorno di anticipo dando alla minoranza il tempo di studiare le carte?”.
Insomma, una protesta chiara, quella del gruppo “Noi per Cinigiano”. “Siamo persone responsabili – affermano Tucci, Bramerini e Vescovi – e con questo gesto vogliamo non solo denunciare un ‘modus operandi’ che non ci convince, ma anche il fatto che così agendo si prendono grandi rischi. Non prevedendo una seconda convocazione e la possibilità di differire ci chiediamo che cosa sarebbe accaduto se il consiglio non si fosse potuto svolgere? Speriamo che la nostra protesta spinga la maggioranza in carica ad un utilizzo più collaborativo dell’organo consiliare, e più produttivo nell’interesse della comunità, che possa in tal modo contare su un effettivo controllo del gruppo di minoranza, sulle sue attività e su un concreto scambio di opinioni e prospettive”.