“Dopo mesi di lockdown e didattica a distanza, la scuola è ripartita in 12 regioni, mentre 7 hanno posticipato la ripresa. Un momento importante per milioni di studenti e per le loro famiglie, ma a cui siamo arrivati nel caos totale, con un Ministero che inventa numeri per sostenere il suo operato. Al di là delle fantasiose cifre della Ministra Azzolina, sarebbero meno di 5 milioni (su 8,6 totali) gli studenti che hanno ripreso la scuola, in un sistema allo sbando: mancano insegnanti di ruolo e sostegno, supplenti, aule, personale Ata, mense“.
A dichiararlo, in un comunicato, è Potere al Popolo di Grosseto.
“Siamo partiti nonostante la mancanza di 200mila insegnanti, a cui bisogna aggiungere il vuoto enorme del sostegno che arriva al 90% alle medie – continua la nota –. Manca anche il personale Ata, lavoratori e lavoratrici fondamentali per garantire la sanificazione e la pulizia degli spazi, e non ci sono garanzie per i tantissimi lavoratori in appalto delle mense. Mancano soprattutto spazi adeguati per garantire il distanziamento, perché negli anni si è proceduto ad accorpare istituti e classi, creando le cosiddette ‘classi-pollaio’ da 30 e più alunni. Tutti problemi che la scuola si trascina da anni e che sono esplosi col Covid-19. Ma problemi che esistevano già prima perché una classe di 35 alunni non solo è ingestibile dal punto di vista del distanziamento sociale, ma soprattutto da quello della didattica e dell’insegnamento“.
“Questa pandemia doveva essere un’occasione per ripensare alle nostre priorità. La scuola pubblica, la formazione della nostra società dell’oggi e del domani, è una questione prioritaria? Per noi assolutamente sì, per questo serve un ripensamento totale del sistema – sottolinea Potere al Popolo -. Deve essere garantita la qualità della scuola perché proprio questa è la colonna portante di una società e del suo futuro.
Occorre:
- assumere e stabilizzare finalmente tutto il personale necessario;
- chiudere i rubinetti per le scuole private;
- investire maggiormente nella scuola pubblica;
- mettere in sicurezza le scuole pericolanti;
- riaprire gli istituti chiusi nelle periferie;
- ridurre il numero di alunni per classe per una reale didattica;
- interrompere il percorso di aziendalizzazione della scuola che ha avuto il suo culmine nell’alternanza scuola-lavoro, progetto che, nella marea di problemi che ci troviamo oggi a gestire, il ministero si è affrettato a confermare“.
“L’Unione sindacale di base ha indetto due giorni di sciopero e mobilitazione per il 24 e 25 settembre, al fine di combattere contro questa deriva del sistema scolastico pubblico – termina il comunicato -. Andrà tutto bene solo se sapremo sostenerli in questa battaglia che ci riguarda tutti e tutte. La scuola pubblica è il futuro, per questo va difesa con ogni mezzo necessario”.