“Sono riaperte le scuole, di conseguenza emergono le preoccupazioni delle famiglie e dei politici, compresi quelli appartenenti ai partiti della maggioranza di governo“.
A dichiararlo, in un comunicato, è Debora Coron, candidata di Toscana Civica alle prossime elezioni regionali nel collegio di Grosseto.
“I problemi maggiori sono relativi al servizio bus per i pendolari, alla disponibilità delle aule, ai molti docenti che non sono stati nominati – continua la nota -. Toscana Civica ritiene che non sia facile per gli amministratori locali trovare soluzioni sulla scorta delle tardive e spesso anche insufficienti decisioni prese dal Governo, non ultimo l’intervento datato 14 agosto, con un decreto-legge attualmente in corso di conversione, che mette a disposizione contributi per l’affitto, l’acquisto, il leasing o il noleggio di strutture temporanee, in modo da avere ulteriori spazi da destinare all’attività didattica. Si sarebbe dovuto partire già ad aprile, nella fase di lock-down, per predisporre le aule al ritorno degli studenti: allora molti docenti e dirigenti organizzati avevano promosso una petizione per mettere le scuole in sicurezza proprio nel periodo in cui venivano chiuse per mesi interi. Il ministro Azzolina intervenne pubblicamente promettendo ‘Mai più classi pollaio’, poi però ben poco è stato fatto”.
“Molte scuole ripartono per l’anno scolastico 2020-2021 con classi formate ancora con 30- 32 studenti – spiega la candidata -. Da tempo si sente la necessità di una riforma globale della scuola con una visione completamente diversa, in cui la priorità sia centrata sull’acquisizione di conoscenze e competenze, non sul numero delle ore e dei giorni di frequenza. Diminuire il numero di alunni per classe avrebbe dovuto essere la priorità, in modo da poter garantire il distanziamento. Inoltre, classi più ridotte consentono una qualità migliore dell’insegnamento, del profitto e della condotta. In molte classi l’orario delle lezioni della prima settimana è ridotto a un paio d’ore al giorno perché mancano gli insegnanti, soprattutto quelli di italiano, matematica, inglese e di sostegno: è assurdo che ci siano 571.905 precari e neolaureati iscritti a concorsi che sono stati procrastinati ripetutamente negli ultimi anni, in particolare dalla Azzolina, mentre per le nuove graduatorie prospettava addirittura giugno 2021, scadenza spostata più ragionevolmente ad agosto 2020 con l’istituzione delle nuove graduatorie provincializzate e digitalizzate”.
“Alcuni dirigenti scolastici toscani hanno risolto il problema intervenendo sulla durata delle lezioni, riducendole da 60 a 45 minuti; questa decisione ha garantito la disponibilità per ogni docente di 24 lezioni anziché 18. In questo modo si è ottenuto l’ampliamento del monte-ore di un terzo in più, senza nessun aggravio di costi, garantendo alle classi lo stesso numero di lezioni settimanali in 5 giorni invece di 6. Tutto questo però a scapito della durata delle attività didattiche. Assegnando un giorno libero diverso per sezione è possibile garantire ogni giorno l’ingresso di un quinto in meno delle classi. Ma dirigenti scolastici e docenti non possono veramente fare di più – prosegue il comunicato -. I produttori di arredi scolastici avevano suggerito l’utilizzo dei banchi singoli già a fine aprile, ma la questione è diventata un atto di governo soltanto due mesi dopo. Il bando per la fornitura è stato cambiato più volte in corsa: la ministra Azzolina ha sponsorizzato il banco-sedia con le rotelle prodotto da un’azienda americana, in Cina, senza gli stessi requisiti richiesti ai prodotti europei; sempre a gara aperta si è deciso di dimezzare il numero di banchi e sedute richiesti ed è stato detto tardivamente, sui giornali e in tv, che per portare nelle aule i banchi si sarebbero usati l’Esercito o la Protezione civile (i costi di consegna sono una delle voci di spesa più importanti per le imprese). Solo alcune aziende italiane, così, sono riuscite a partecipare alla gara consorziandosi tra loro, riuscendo straordinariamente a produrre al di sopra delle loro capacità”.
“Per Federlegno e Assodidattica non era necessario un acquisto di banchi tanto importante: ‘Con un’accorta sistemazione in classe di banchi tradizionali a due posti e monoposto, sarebbe bastato un ordine della metà. Gli spazi utilizzati sarebbero rimasti gli stessi’. La richiesta avanzata dai produttori, adesso, è quella di non mandare subito al macero i vecchi banchi, che, a fronte di ritardi nelle consegne, potrebbero tornare utili per l’avvio di un difficile anno scolastico e in futuro. Mai come in questi giorni si è tanto parlato di scuola, di sicurezza per la ripartenza, dell’impegno dei tanti dirigenti, dei docenti e del personale scolastico, del sacrificio delle famiglie. Ma la situazione nel mondo della scuola aveva raggiunto un livello di criticità mai toccato ben prima dello scoppio della pandemia, la quale è paragonabile allo tsunami che arriva dopo i danni già fatti dai terremoti. Tutto si poteva fare prima e meglio, ma avremmo dovuto avere governanti competenti, preparati e soprattutto aperti all’ascolto di sindacati, aziende, esperti di didattica, di sicurezza sanitaria – termina il comunicato -. Siamo ancora in tempo per votare meglio, per il cambiamento”.