“Il rapporto tra il Comune di Monte Argentario e il Monumento al Milite Ignoto dedicato ai Caduti della Grande Guerra è sempre stato difficile, sin dalle origini, ma sembrava ormai da decenni aver trovato pace. Adesso pare che il Sindaco Borghini voglia riaprire antiche ferite”.
Così la Lega di Monte Argentario interviene sull’ipotizzata realizzazione di un parco giochi al posto del monumento che celebra chi contribuì, poco più di cento anni fa, a donare all’Italia le ultime terre irredente che erano rimaste sotto il controllo asburgico.
“Ricordiamo che il primo monumento – afferma la Lega argentarina – andò distrutto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, mentre quello attuale è frutto di un nuovo lavoro portato avanti negli anni successivi al conflitto. La storia, però, insegna che il ‘Soldatino’, cioè il primo, simbolico, monumento ai caduti fu fortemente voluto da un comitato dei cittadini con i vertici comunali di allora che, in un primo momento, si erano opposti. Si giunse agli anni ’20 del secolo scorso per veder commemorare a Porto Santo Stefano i morti per la patria”.
Se la Lega non condivide lo spostamento del Monumento da via della Vittoria, condivide ancora meno la scelta di pare al suo posto un parco giochi. “Il monumento – spiega il Carroccio – è sistemato in un luogo visibile a tutti, come si deve a quelli dal forte significato simbolico. La strada lungo la quale si trova è molto trafficata e frequentata. Questo se per la visibilità di un monumento può essere un valore aggiunto, diventa invece un limite per un parco giochi, specie se affollato. Ci domandiamo se vi sarebbe garantita la sicurezza dei bambini e dei genitori?”.
Insomma, la Lega su questo fronte è tassativa. “Secondo noi la memoria deve essere conservata – afferma – e con lei quella dei caduti argentarini per la patria. Per farlo l’attuale collocazione è quella ideale”.
A sostegno della Lega di Monte Argentario interviene anche il segretario provinciale Andrea Ulmi. “Come partito sposiamo la posizione dei nostri militanti di Porto Santo Stefano – afferma Ulmi -. Un monumento come questo non è solo un’opera d’arte più o meno preziosa, ma qualcosa che suscita emozioni, che tramanda una parte importante della storia d’Italia, che richiama alle origini molti eredi dei Caduti di allora. Spostarla dalla sua collocazione naturale sarebbe come violare il ricordo di chi ha contribuito con la vita a riunire l’Italia in quello che è stato il primo conflitto mediatico che, a più di cento anni di distanza, ne tiene viva la memoria”.