“Salvini ordina, Vivarelli Colonna esegue. Il sindaco di Grosseto, nella sua lettera alla Bellanova, in cui non fa altro che rilanciare la linea ipocrita e disumana di Salvini, rammenta alla ministra di aver giurato sulla Costituzione e davanti al popolo italiano, intanto però lui si scorda degli impegni che si è assunto coi grossetani nel momento in cui è stato eletto sindaco. Soprattutto in un momento così delicato, in piena emergenza coronavirus, sarebbe utile che pensasse a svolgere il proprio mandato di sindaco di tutti i grossetani e la smettesse di fare il megafono di Salvini“.
A dichiararlo è Valerio Fabiani, membro della direzione nazionale del Pd e della segreteria regionale del Pd Toscana.
“Il Governo e il Pd hanno posto un tema sacrosanto: la già inumana condizione in cui vivono tanti braccianti si sta ulteriormente aggravando con la pandemia – spiega Fabiani -. Stiamo parlando di 600mila lavoratori irregolari, costretti spesso in condizioni di schiavitù, condannati a vivere in ghetti che peraltro rischiano di diventare focolai incontrollabili di diffusione del virus. Si tratta di un fenomeno che è alla base di attività illegali, come le agromafie, il cui fatturato è stimato a circa 25miliardi di euro (praticamente quanto una manovra finanziaria) e che mette in difficoltà le tante imprese agricole oneste“.
“Inoltre, se non si regolarizzano i braccianti irregolari, gli stessi non si possono recare nei campi perché non passerebbero l’attuale regime di controlli e i raccolti andrebbero in malora. A fronte di una situazione in cui le associazioni del comparto denunciano una importante carenza di manodopera – continua Fabiani -. Se non si agisce per tempo con la regolarizzazione, ci saranno rischi enormi per la salute delle persone e difficoltà gravi per l’agricoltura italiana. Inoltre, va aggiunto che per il reperimento di manodopera ci sono molti strumenti che possono far incontrare domanda e offerta nel più breve tempo possibile, che ci risultano sul tavolo dei Ministri di agricoltura, lavoro e Interni“.
“Di fronte a tutto ciò, e trascuro l’incapacità di cogliere anche la tragedia umana di queste vicende, il aindaco di Grosseto scrive una lunga lettera alla Ministra in cui non se la prende con chi fino a qui ha sfruttato i braccianti, ma con i braccianti stessi, sgridando la Ministra perché non pensa prima agli italiani – termina Fabiani -. Come se, tra l’altro, i campi in questione fossero in Tunisia e come se la reintroduzione dei voucher che lui propone fosse sufficiente a eliminare la terribile piaga dell’irregolarità e dello sfruttamento nel comparto”.