“La Toscana non può permettersi di perdere un importante presidio di cultura come l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Formalmente viene utilizzato l’argomento dell’inagibilità dei locali, ma lo sfratto intimato dalla Provincia di Grosseto è una scelta di natura politica anche se il sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna non ha il coraggio di affermarlo apertamente. È chiaro a chiunque che l’obiettivo è quello di cancellare un importante luogo di testimonianza e di ricerca sulla storia della Liberazione, a pochi giorni dal 25 aprile. Insomma, ci troviamo di fronte a una specie di rappresaglia postuma“.
Così Tommaso Fattori, candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra, si unisce con forza alla mobilitazione per salvare l’Isgrec di Grosseto, alla quale hanno già aderito molte personalità del mondo accademico italiano e internazionale. Alcune settimane fa un sopralluogo seguito a un esposto anonimo ha constatato l’inagibilità della sede dell’istituto e la Provincia di Grosseto, proprietaria dei locali, ha intimato lo sfratto.
“È incredibile che si approfitti di questa fase di ‘lockdown’ per chiudere con un colpo di mano questo spazio di cultura democratica collocato in una provincia spesso distante dall’attenzione dei media e lontana dalle sedi universitarie, ma evidentemente anche nel 2020 non mancano revisionisti e nostalgici del ventennio – prosegue Fattori -. Lo sgombero annunciato rischia di far chiudere un’istituzione conosciuta e apprezzata a livello europeo, uno spazio di ricerca, un luogo di formazione al servizio delle scuole e della cittadinanza, con una biblioteca di ventimila volumi e archivi tutelati dalla Sovrintendenza“.
Fattori ha presentato una mozione chiedendo alla Giunta regionale di attivarsi presso Provincia e Comune per assicurare la continuità dell’attività dell’Isgrec, aiutando ad individuare un’altra sede idonea per consentire il trasferimento della biblioteca e dell’archivio.
“La Regione deve contribuire a salvare l’istituto grossetano, non possiamo restare a guardare. La questione si trascina da anni, è l’ora che sia trovata una nuova sede per la biblioteca, gli uffici e l’archivio dell’istituto in modo che le attività proseguano e sia salvaguardato il patrimonio di insegnanti, ricercatori, tirocinanti, volontari del servizio civile regionale e collaboratori che ruota attorno all’Isgrec. Finché Provincia e Comune non troveranno un’altra sede, è fondamentale consentire all’Istituto di restare nei locali in cui si trova adesso“, conclude Fattori.