“L’obiettivo del centrodestra è stato ed è creare uno stato di insicurezza tra la popolazione su ogni argomento e in particolare sui migranti. Dopo tanti proclami sulla questione migranti, ecco cosa ci hanno lasciato gli ultimi provvedimenti di Salvini & co. Sono di pochi giorni fa i dati relativi al 2019, numeri che fotografano una realtà ben diversa da quella che l’ex ministro degli Interni ha voluto far credere“.
A dichiararlo è Giacomo Termine, segretario provinciale del Partito democratico.
“Secondo i dati elaborati da Openpolis e Actionaid, con l’eliminazione della protezione umanitaria e la nuova gestione dell’accoglienza è aumentato il numero degli stranieri irregolari che, senza un sistema di rimpatri efficace, andranno a far crescere l’illegalità – spiega Termine -. Lo scorso anno circa l’80 per cento delle domande di asilo esaminate hanno dato esito negativo, contro il 67 per cento dell’anno precedente. Circa 80mila persone, quindi, sono estromesse dal sistema di accoglienza e si suppone che vadano ad aggiungersi alla popolazione degli irregolari. Si stima che questo numero corrisponda a più di 40mila persone irregolari sul nostro territorio rispetto a quelle presenti nel 2018, raggiungendo una cifra di quasi 680mila persone“.
“Inoltre, considerato che nel 2018 i migranti rimpatriati sono stati 5615, è facile capire come servirebbero più di 100 anni per rimpatriali tutti con questi ritmi. Le difficoltà sul rimpatrio riguardano, di solito, i rapporti con i Paesi di provenienza degli stranieri che rendono difficile trovare accordi per favorire il loro rientro nel luogo di origine – continua Termine -. Questi numeri, per quanto stimati, dimostrano che le politiche migratorie marcate Salvini siano state volte al consenso immediato piuttosto che a una visione lungimirante dell’accoglienza. Sempre facendo riferimento ai numeri è importante sottolineare come nel 2019 siano sbarcati sulle nostro coste 8mila migranti, un numero che rappresenta il minimo storico dal 2010, e siano 100mila gli stranieri in accoglienza, ovvero 30mila in meno rispetto al 2018. Se a questo si sommano poi le nuove regole del sistema di gestione dell’accoglienza, è facile comprendere come molte della gare bandite dalle Prefetture siano andate deserte e perché tanti Cas, Centri di accoglienza straordinari, stiano lavorando su proroghe di gare di appalto ‘vecchie’, sono 134 i contratti assegnati così in tutta Italia lo scorso anno, bandite cioè nell’ambito della vecchia normativa che faceva dei Cas dei centri di gestione dell’emergenza e degli Sprar dei sistemi invece virtuosi, dove si lavorava per una vera ed effettiva integrazione del richiedente asilo“.
“Questi numeri e queste prospettive parlano chiaro: se si vuole governare seriamente il flusso dei migranti che arrivano sul nostro territorio è necessario investire in un sistema che non ruoti attorno all’emergenza, ma che guardi in prospettiva – conclude Termine -. Solo così potremo garantire la coesione sociale ed evitare che la continua propaganda che attribuisce allo straniero tanti mali della società determini la disgregazione delle nostre comunità“.