“Spuntano come funghi le controindicazioni per la realizzazione dei 240 appartamenti nella zona del Casalone“.
A dichiararlo è Giuseppe Conti, del coordinamento provinciale di Italia Viva.
“Adesso anche la Regione mette i paletti alla lottizzazione definendo ‘sproporzionato’ il consumo di nuovo suolo agricolo – spiega Conti -. Ma la situazione si fa interessante leggendo il parere della Commissione Vas che può essere sintetizzato in ‘Ridurre le volumetrie da edificare’. Che i calcoli dell’assessore Rossi non tornassero ho già avuto modo di dimostrarlo nei mesi scorsi con dati oggettivi alla mano e che i 3.7 milioni di euro di oneri da incassare da lui raccontati, in realtà ammontavano a poco più di 1.1 milioni di euro“.
“Adesso, con le probabili volumetrie ridotte e quindi con ancora minori oneri da introitare, l’esistenza dell’interesse pubblico di questa variante sarà sempre sostenuta da parte del sindaco Vivarelli Colonna e dell’assessore Fabrizio Rossi – domanda Conti –? Saranno realizzate comunque le opere che giustificavano proprio l’interesse pubblico, quali l’adeguamento dei sottopassi e la viabilità di collegamento? E sopratutto, con un numero inferiore di appartamenti da realizzare, il privato troverà l’intervento ancora appetibile sotto il profilo imprenditoriale? Siamo a pochi giorni dalla ricorrenza del 4 novembre 1966, quando Grosseto si ritrovò sottacqua e riscontrare, per un’operazione di così forte impatto sulla trasformazione del suolo, la mancata verifica delle criticità idrogeologiche dell’area in questione, peraltro limitrofa al fiume Ombrone, getta oscuri dubbi sull’opportunità di costruire proprio in quella zona“.
“Lo avevo anticipato in tempi non sospetti e adesso anche i tecnici sono stati chiari e le relative ostative all’intervento ci sono tutte e messe per iscritto. L’amministrazione deciderà di non tenerne conto e proseguire per la sua strada nonostante i tanti e preoccupanti paletti dati dalle varie Commissioni e la contrarietà di tutta la città – termina Conti -? Amministrare, è vero, significa prendere delle decisioni, ma, possibilmente, non ancora una volta sulla pelle e sulle tasche dei cittadini“.