Home GrossetoPolitica Grosseto Lolini boccia il Conte bis: “Governo che non premia competenze ed è gestito da Bruxelles”

Lolini boccia il Conte bis: “Governo che non premia competenze ed è gestito da Bruxelles”

di Redazione
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Un Governo che non premia le competenze e che verrà gestito direttamente da Bruxelles, cui ci opporremo con forza”.

Lo sostengono l’onorevole della Lega Mario Lolini ed il segretario provinciale di Grosseto del Carroccio Andrea Ulmi dopo il varo dell’esecutivo Conte Bis.

Ci sono due elementi che mi lasciano pensare che questo Governo sia, di fatto, un esecutivo che cede sovranità all’Europa. Il primo è tutto politico: salvo Franceschini, che ha avuto un ruolo nelle trattative, tutti gli altri sono rimasti fuori dal Governo – spiega Lolini -. La sensazione non è che non si voglia la discontinuità, ma che dopo essere rimasti scottati con i precedenti esecutivi, soprattutto quello Gentiloni, tanto celebrato quanto bocciato dalle urne, i democratici hanno capito che sarebbe stato meglio restarne fuori per non subire poi una nuova, sonora, sconfitta, soprattutto se il ‘patto anti Salvini’ con il Movimento Cinque Stelle non dovesse reggere”.

Ma sono anche le scelte dei singoli dicasteri che non convincono Lolini. “Mi domando – chiede il deputato se dopo aver imposto al precedente Governo un economista all’Economia, oggi si possa scegliere uno storico per quel dicastero. Non ho nulla di personale contro il Ministro Gualtieri, ma mi lascia perplesso il fatto della sua formazione in lettere con dottorato in scienze storiche, seppur abbia dal 2014 fatto parte della Commissione per i problemi economici e monetari dell’Europarlamento. La mia sensazione è che il vero Ministro dell’Economia ombra sia il Commissario dell’Unione europea Moscovici che tanto ha criticato il Governo precedente ed oggi se ne comprende il perché. Sarebbe stato troppo semplice inserire in quel ruolo l’economista Boccia, che per anni è stato il punto di riferimento politico del Pd in materia e che invece è finito agli affari regionali. E la ex sindacalista Bellanova, specializzata in lavoro e sviluppo economico? Sarà Ministro dell’agricoltura. La scelta in difesa la si nota anche con un prefetto come la Lamorgese agli Interni. Lì si è fatto come Ponzio Pilato: se sull’immigrazione, come prevedibile, si compiranno passi indietro indietro e l’Italia tornerà ad essere terreno di sbarchi la colpa non sarà di nessuno. Lo stesso Ministro di Maio agli Esteri, inoltre, fa pensare ad una volontà di un controllo esterno della nostra politica oltre i confini nazionali essendo, a mio giudizio, debole in materia. Potremmo allungare l’elenco delle seconde, ed anche terze, linee presenti nell’esecutivo, nonostante gli incarichi che ricoprono o hanno ricoperto nel partito, ma basta scorrerne i ventuno nomi e tutto sarà chiaro. Ben diverso era il ruolo politico dei ministri nel precedente Governo, a partire dai vicepremier”.

Mario Lolini guarda anche alla Toscana. “Il Governatore Rossi, tornato Pd dopo aver fondato Mdp e poi Leu – afferma l’onorevole leghista -, aveva chiesto un Ministro toscano di peso. Lo hanno sicuramente accontentato con un ‘toscano di elezione’ come Speranza di Leu, che lui ha fortemente contribuito a far eleggere a discapito di toscani di nascita. Peccato, però, che non gli abbiano assegnato i trasporti come lui auspicava, ma la salute e non credo che sia così in linea con le politiche renziane in materia dell’assessore regionale Saccardi”.

Credo che il Governo nasca debole e non autonomo – afferma il segretario provinciale della Lega di Grosseto Andrea Ulmied i fatti sono lì a dimostrarlo. Soprattutto dimostrano quello che Matteo Salvini ha detto sin dall’inizio facendo saltare il banco con la richiesta delle elezioni, cioè che da tempo erano in campo manovre contro la Lega e le forze sovraniste. Come partito non guarderemo ai sondaggi come non lo abbiamo fatto prima. Sappiamo di essere la prima forza nel Paese e ci batteremo come abbiamo sempre fatto partendo dai territori per giungere in Parlamento ed in Europa. Diremo no alle politiche di questo Governo. La grande sfida delle urne per noi è solo cominciata. Tra poco andrà in scena con l’Umbria, poi con le Marche e l’Emilia per giungere a quella che ci vedrà coinvolti direttamente con Toscana 2020. Vincere le ex regioni rosse potrebbe rappresentare il colpo decisivo per tornare al voto anche a livello nazionale”.

Se non sono bastati i risultati delle Europee – conclude Ulmi, aggiungiamoci quelli delle regionali, poi vedremo se le forze di minoranza reale del Paese che oggi governano ne prenderanno atto e smetteranno di rimanere abbarbicate come edere parassite alla poltrona elemosinando benevolenza dall’Europa o vorranno confrontarsi attraverso il voto con il Paese reale”.

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