“Come si fa ad accorgersi dell’esito di un lavoro solo quando questo è terminato? Ma soprattutto non si fanno i controlli in corso d’opera?”.
Sono queste le domande che il candidato sindaco della lista “La nostra Capalbio” Valerio Lanzillo si pone dopo il termine dei lavori di rifacimento della chiesa di San Nicola a Capalbio che, come ha ammesso lo stesso Comune, “ha snaturato – cita alla lettera – la natura del bene, ma anche del borgo medievale”.
Un’ammissione che lascia perplessi Lanzillo e la sua squadra. “Ricordo che solo poche settimane fa – spiega il candidato – l’amministrazione aveva annunciato in pompa magna l’intervento che, effettivamente, era atteso da molte persone. Alla fine il risultato è sotto gli occhi di tutti ed anche dal Comune hanno dovuto ammettere che qualcosa, evidentemente, non è andato”.
Da qui la riflessione di Lanzillo. “Premesso che qualcuno ha autorizzato questo tipo di intervento – spiega –, compreso il colore che snatura completamente l’edificio ed il borgo, ci domandiamo però se sia opportuno che un’amministrazione comunale, che ha un ruolo fondamentale, quanto meno sul piano autorizzativo, sui lavori, arrivi in fondo accorgendosi di quanto fatto nello stesso momento in cui questo è evidente anche agli occhi dei cittadini. I responsabili comunali hanno la possibilità, a differenza delle persone comuni ed anche del parroco, di accedere al cantiere, possibile che nessuno abbia notato nulla? Ma soprattutto se accade una cosa così grave ed evidente, tanto da dover convocare una conferenza con tecnici e politici, siamo così sicuri che questo caso, nella gestione della cosa pubblica, sia isolato?”.
Domande cui Lanzillo dà una sola risposta. “A noi – spiega – piace quella politica della trasparenza che, forse, a qualcuno farà sorridere, ma che è l’unico modo, non solo di condividere le scelte, ma anche di ammettere gli errori laddove ci sono stati. Qui, evidentemente, nella fase di controllo qualcosa non ha funzionato ed allora è inutile giocare allo scaricabarile, basterebbe un semplice ‘abbiamo sbagliato’, anziché continuare ad apparire infallibili anche quando non lo si è stati“.
“Non serve dunque scomodare gli antichi romani – aggiunge Lanzillo –, ma è giusto ricordare che ‘errare humanun est, perseverare diabolicum’. Spero che questo sia un esempio che faccia comprendere ai cittadini che cambiare si può ed anche migliorare, senza dover apparire quelli che non siamo. Questa è la nostra volontà”.
Il candidato lancia poi una proposta e un appello. “Perché – conclude il candidato de ‘La nostra Capalbio’– non coinvolgere come sponsor un’azienda nazionale specializzata del settore per risolvere questa situazione che riguarda una perla del dodicesimo secolo? Sarebbe per questa una buona pubblicità sfruttando quel ‘marchio Capalbio’ che noi riteniamo essere un valore aggiunto per il territorio e sarebbe un buon risultato per il Comune che vedrebbe risolta una vicenda che ha avuto un’eco sicuramente negativa”.