Home GrossetoPolitica Grosseto Immigrazione, Berardi: “Le porte chiuse dall’Europa saranno sfondate a forza dagli africani”

Immigrazione, Berardi: “Le porte chiuse dall’Europa saranno sfondate a forza dagli africani”

di Redazione
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Sulle recenti polemiche relative alla Sea Watch e la questione migratoria è l’ora di voltare pagina“.

In una nota congiunta, i senatori di Forza Italia Roberto Berardi, membro della Commissione Difesa del Senato, e Barbara Masini, membro delle Commissioni Politiche dell’Unione europea e della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, avanzano una riflessione.

Per affrontare con serietà il dibattito sui flussi migratori è arrivato il momento di mettere da parte gli slogan di Salvini e il buonismo della sinistra iniziando a ragionare con studi e numeri alla mano per giungere a delle proposte operative sostenibili nel tempo e utili a fermare questi continui e disumani flussi migratori“, spiegano Berardi e Masini.

Le stime dell’Onu (“World Population Prospects: The 2017 Revision”), parlano chiaro: nel 2050 la popolazione africana sfiorerà i 2,5 miliardi e la popolazione europea, in tendenza opposta, diminuirà (da 750 milioni attuali a circa 710 milioni).

Quella di chiudere i porti è la risposta in dispetto alle porte chiuse, da anni, dell’intera Europa nei confronti dell’Italia – commenta il senatore azzurro Berardi -. L’Italia è stata costretta ad affrontare l’immigrazione di massa dai Paesi africani in perfetta solitudine. In prospettiva, se i numeri degli sbarchi dovessero seguire le stime di crescita della popolazione africana, il popolo italiano non potrà reggere da solo l’impatto“.

Ma non può essere la soluzione definitiva. Cosa serve allora? L’esponente azzurro Masini ricorda che il Senato, nella scorsa legislatura, per iniziativa del Gruppo di Forza Italia, si è prodigato per vari approfondimenti della situazione e ricorda l’indagine della Commissione Difesa “sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e l’impatto delle attività delle organizzazioni non governative. Oggi è più facile lanciare slogan che fanno schizzare a doppie cifre il consenso elettorale ed evitare di affrontare con serietà la questione migratoria; è facile anche far parlare di sé ricorrendo ad espedienti mediatici come quello sulla Sea Watch, ma nessuno ha ancora messo le basi per un programma pilota che potrebbe interessare con priorità l’Africa sub sahariana. Un ‘piano Marshallì per l’Africa, dunque, che promuova iniziative di sviluppo infrastrutturale, faccia nascere servizi e luoghi di lavoro per i giovani, stimoli senso di responsabilità e competenze, a partire da quei Paesi dai quali provengono il maggior numero dei migranti: Niger, Nigeria, Sudan, Chad, Mali , Mauritania, Burkina Faso, Senegal ed Eritrea. Serve un Governo coraggioso e un’Europa più coraggiosa prima di tutto verso se stessa e verso l’Africa. L’Europa si svegli“.

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