Home Colline Metallifere Sanità, il Pci: “Anestesista in pensione, problemi alla chirurgia dell’ospedale”

Sanità, il Pci: “Anestesista in pensione, problemi alla chirurgia dell’ospedale”

di Redazione
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Non vorremmo farlo arrabbiare troppo il sindaco di Massa, ma abbiamo sentito il dovere di informarlo con una nota ufficiale inviata dalla segreteria del Partito delle Colline Metallifere, in merito al pensionamento di un anestesista a Massa Marittima che pone problemi alla chirurgia e alle terapie del dolore, qualora il professionista non venisse sostituito”.

A dichiararlo, in un comunicato, è la segreteria del Pci delle Colline metallifere.

“Il Pci è sicuro che Giuntini coinvolgerà anche le altre amministrazioni del territorio, oltre alla propria maggioranza e a tutto il consiglio, per risolvere il problema cercando di sopperire alla carenza di aggiornamenti sui servizi sanitari e sociali impedendo, tra l’altro, di formare nuove figure istituzionali in grado di garantire per il futuro la discontinuità di assenza istituzionale che ha caratterizzato l’amministrazione in questi ultimi anni – continua la nota –. Sempre per il pianeta sanità, sebbene il fondo nazionale nell’ultima finanziaria del Governo Renzi fosse stato aumentato, questo viene sempre più speso non per le la sanità pubblica, ma per sostenere i servizi privati convenzionati che in pochi anni, secondo i dati Istat, hanno avuto un notevole incremento“.

“Sul fronte dei servizi sanitari territoriali e del welfare, che dovevano costituire l’alternativa alle ospedalizzazioni, siamo ormai allo stremo – sottolinea il Pci -. Si lavora sfruttando la precarietà con contratti interinali e basandosi su progetti, le figure professionali come assistenti sociali sono ormai quasi introvabili nei comuni periferici, la neuropsichiatria infantile praticamente è inesistente ed altre specialistiche o prestazioni vanno spesso ricercate facendo ricorso ai privati che aprono la porta, ovviamente, a chi può pagarsele, mentre la maggior parte degli utenti deve rinunciare, come certifica l’Istat, a cure o servizi. Tutto questo porta ad uno svuotamento del sistema pubblico legato non solo all’assenza di risorse finanziare, ma a quella altrettanto grave di precarizzazione del lavoro e mancanza di professionisti stabili”.

“Ma non sono stati anni difficili per la sola sanità, ma sono stati anni di carestia per tutta la pubblica amministrazione dove, secondo i sindacati confederati, si sono persi circa 1300 posti di lavoro negli enti locali della provincia – continua il comunicato -. Questo bilancio è estremamente negativo ed i servizi vengono affidati a soggetti esterni, oppure come ci viene raccontato, in qualche amministrazione si prendono persone che operano con ditte esterne per far loro svolgere mansioni che, per la loro delicatezza, spetterebbero a pubblici dipendenti“.

“Non meglio va nel settore dell’istruzione dove precarietà, confusione nelle graduatorie, incertezze nelle dotazioni organiche la fanno da padroni. Basti pensare a quanto avviene per gli insegnanti di sostegno, le cui cattedre mancano, ma non di poche unità, ma in decine e decine di posti sono scoperti e saranno occupati da insegnanti disponibili, ma non preparati. E le alternative sono quelle dei mega consorzi gestiti da privati, dove a fiorire ci sono inefficienze nei servizi, corruzione e aumenti delle tariffe per gli utenti che si sommano ad una sempre maggiore precarizzazione per i lavoratori e perdite di diritti – sottolinea il Pci -. Basta girarsi e vedere quello che sta succedendo sui rifiuti dove la qualità del servizio, rapportata ai costi sostenuti dai cittadini non è certo migliorata e questo non per colpa dei lavoratori, ma per colpa di un sistema politico e istituzionale che ha rinunciato al governo del territorio scaricando tutte le responsabilità su soggetti terzi, facendo pagare inefficienze e costi ai cittadini“.

“In questo quadro l’assenza di una politica seria si fa sempre più sentire con partiti orientati a trovare soluzioni che garantiscano continuità di potere e non qualità ed efficienza dei servizi e diritti per chi lavora. Giuntini, come altri sindaci, al pari del Pd e di altre formazioni politiche, farebbero meglio ad occuparsi del futuro del territorio pensando meno a tutelare il proprio potere e più i servizi essenziali – termina il comunicato -. Avere avuto un ginecologo per la colposcopia o vedere reintegrata la figura di un anestesista non è avere vinto una battaglia, è semplicemente avere mantenuto il preesistente, oggi c’è bisogno più che di ‘guardare avanti’, come recita il motto della sua lista, di ‘vedere il futuro’ e soprattutto costruirne le basi“.

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