Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana la mozione di Sì – Toscana a Sinistra per impedire ai gestori del servizio idrico integrato di sospendere la fornitura di acqua alle famiglie in condizioni di povertà e disagio sociale che non sono in grado di pagare le bollette. È così riconosciuto il diritto ad avere garantito il quantitativo minimo vitale giornaliero di acqua potabile.
“Abbiamo riportato in aula, stavolta con successo, una nostra battaglia storica. Tre anni fa avevamo presentato un atto simile, che fu bocciato. La garanzia universale del minimo vitale di acqua è oggi un punto della nostra proposta di legge per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Toscana e adesso il Consiglio regionale, con questo voto unanime, fa un importante passo avanti nella direzione del riconoscimento del diritto umano all’accesso all’acqua potabile“, commenta Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra e primo firmatario della mozione.
“Un passo avanti che avviene sull’onda della brutta vicenda accaduta lo scorso fine settimana a Grosseto, dove una famiglia in condizioni di povertà e con due persone disabili, si è vista staccare l’acqua per morosità. In futuro, persone in situazioni di disagio socio-economico non potranno vedersi negare l’accesso al quantitativo minimo vitale di acqua potabile, fondamentale per far fronte alle più elementari necessità alimentari ed igienico sanitarie – spiega Fattori -. Per la verità lo Stato italiano, con un Dpcm emanato nell’estate del 2016, ha già riconosciuto che il quantitativo vitale di acqua necessario al soddisfacimento dei bisogni essenziali, stabilito in 50 litri per abitante al giorno, è un diritto da garantire anche in caso di morosità, ma, di fatto, i gestori del servizio idrico non stanno dando seguito a quelle disposizioni. Se la Toscana ha già istituito la possibilità di riduzione delle bollette per le famiglie disagiate, ora, come chiede la mozione approvata, occorre fare di più e dare piena applicazione a quanto stabilito dal Decreto del 2016 e reso operativo dalle recenti indicazioni dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Casi come quello di Grosseto non dovranno più accadere“.
“Rispetto alla vicenda della famiglia grossetana, fin da domani ci aspettiamo che la società per azioni Acquedotto del Fiora e il sindaco di Grosseto, che è anche responsabile della tutela della salute pubblica, garantiscano l’accesso all’acqua a queste persone, come richiesto dall’atto approvato dal Consiglio regionale“, termina Fattori.