La Commissione ambiente del Consiglio regionale ha approvato oggi la mozione di Sì-Toscana a Sinistra che detta gli indirizzi sul futuro del porto di Talamone.
La mozione impegna la giunta a scongiurare qualsiasi ipotesi che preveda un’ulteriore cementificazione dell’area e l’isolamento dell’area portuale rispetto al centro abitato e alla popolazione di Talamone. La mozione impegna anche a sostenere l’attuale organizzazione nel porto, in quanto capace di valorizzare le esperienze associative e di volontariato del territorio.
“Nessun ampliamento e nessuna cementificazione selvaggia incombe più sul futuro del porto di Talamone – affermano i consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, dopo il voto -. Ma si tratta anche di preservare l’attuale organizzazione, perchè connette il porto all’economia locale e ai residenti della città, grazie ad una gestione diffusa che coinvolge il volontariato e associazioni senza scopo di lucro, un modello virtuoso che finora ha contribuito ad uno sviluppo armonico e condiviso del territorio. Con questa decisione, si scongiura quindi anche l’isolamento dell’area portuale rispetto al centro abitato e alla popolazione di Talamone“.
“Nel 2009 – osservano i consiglieri di Sì Toscana a Sinistra – Regione Toscana, Provincia di Grosseto e Comune di Orbetello avevano firmato un’intesa preliminare per la creazione di un nuovo porto turistico a Talamone, cui aveva seguito l’elaborazione di una specifica variante al piano urbanistico che prevedeva l’integrale sostituzione del porto esistente, aumentando del 30% l’attuale insediamento, versando 50.000 metri cubi di cemento lungo un tratto di costa di 550 metri, creando un reticolo di strade e parcheggi, interrando tre ettari di mare. Fortunatamente la variante fu bloccata tre anni dopo, a seguito dei risultati delle procedure partecipative con cittadini e associazioni ambientaliste dove vennero evidenziati errori e problematiche di tipo ambientale, paesaggistico, urbanistico e socio-ambientale. L’idea, però, non era mai stata abbandonata, anzi si stava riaffacciando, assieme all’ipotesi di affidare il nuovo porto ad un gestore unico del tutto estraneo a Talamone. Con il voto unanime di oggi è stato scelto di proseguire nella direzione giusta, mettendo una pietra tombale sul mostro di cemento“.
“Dagli anni ’70 il porto di Talamone – ricordano Fattori e Sarti – non ha subìto sostanziali modifiche ed è classificato dal piano regionale come un’infrastruttura con esclusiva o prevalente funzione di diportismo nautico, e così vogliamo che rimanga. Occorre mantenere l’equilibrio e la convivenza armoniosa fra l’ economia locale e un porto legato alla piccola pesca e con una vocazione eco-turistica, segmento in rapida espansione. Nell’attuale gestione i differenti servizi dedicati alle imbarcazioni, dalla fornitura del carburante alla manutenzione, dalla somministrazione bar alla vendita di giornali, sono attività che fanno capo a persone che vivono e risiedono nel centro abitato di Talamone“.
“Bene che si sia fermato un progetto che avrebbe potuto sfigurare, per l’ennesima volta, un tratto bellissimo di costa tirrenica, a beneficio del lusso di un pugno di persone, causando gravi danni naturali e ambientali – terminano i consiglieri –. Ma non ci fermiamo qui, stiamo facendo una verifica capillare sulle attività oggi esistenti all’interno del porto per individuare eventuali irregolarità o la mancanza delle necessarie autorizzazioni e per capire di chi siano le responsabilità dell’inquinamento delle acque in un’area del porto”.