“E’ sbagliato pensare di ritornare a quella gestione pubblica cara alla Sinistra e ricettacolo di politici ‘trombati’. Per il fallimento delle attuali gestioni pubblico/private la colpa è esclusivamente della politica che ha abdicato ai propri ruoli di controllo e di direzione strategica. Sarebbe bastato applicare contratti di affidamento che vincolassero gli utili agli investimenti. Non si è saputo creare un management pubblico all’altezza, tanto che la ‘testa’ delle varie società è in altre regioni: in Piemonte per il gas, a Roma e nel Lazio per l’acqua, in Emilia-Romagna per i rifiuti“.
A dichiararlo è il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, commentando l’idea di creare società pubbliche per la gestione dell’acqua come preannunciato in Consiglio dal Governatore Enrico Rossi.
“La strada percorribile sarebbe quella che impegnasse la Regione a fare da collant tra le società pubblico/private, che già operano in Toscana, per creare una ‘multi-utility’ – continua Marcheschi -. Società vicine alle esigenze dei sindaci e che hanno la capacità di fare piani industriali complessi”.
Secondo Marcheschi non possono essere sempre i contribuenti a pagare: “Le società pubbliche indicate da Rossi dove prenderebbero i soldi? Dalla Cassa depositi e prestiti? Ma sono soldi dei cittadini, che così si ritroverebbero a pagare la gestione pubblica dell’acqua in Toscana. Pubblico non vuol dire gratis, qualcuno paga sempre. Inoltre, tali società pubbliche, magari quotate in Borsa, sarebbero dei mostri giuridici che non esistono. E allora noi dobbiamo riportare la ‘testa’ al pubblico sì, ma in Toscana”.