“Entrerò in Senato indossando la mia tuta da lavoro: sono un agricoltore e sono fiero di esserlo“.
A dichiararlo è Roberto Berardi, candidato al Senato per Forza Italia nel collegio uninominale Grosseto-Livorno-Piombino-
“La mia attività mi ha insegnato quanta fatica e impegno ci vogliano per ottenere dei risultati – spiega Berardi -. Sono nato in un podere di campagna, a Fonteblanda, nel comune di Orbetello, e sulla facciata di quell’edificio campeggia la scritta ‘Labor omnia vincit’. Proprio quel lavoro che è uno degli elementi fondamentali su cui punta la mia avventura politica, passione ereditata dalla famiglia. Forza Italia mi ha conquistato: credo fermamente che alla base di tutto ci sia la serietà e la voglia di fare. Il governo di centrosinistra, se ha insegnato qualcosa agli italiani, è come non si deve amministrare un Paese”.
“In campagna elettorale ho avuto modo di incontrare e soprattutto ascoltare i candidati del centrosinistra: ho sentito lunghe liste di progetti da attuare dopo il 5 marzo, miglioramento del Jobs Act, ripresa dell’economia, provvedimenti per riattivare l’occupazione e molto altro ancora – continua Berardi -. Ma se le soluzioni a tutti i problemi c’erano, perché non sono state messe in atto prima? Sono abituato ad agire in maniera opposta all’abitudine del centrosinistra: non amo le chiacchiere, ma i fatti, se c’è un problema si trova la soluzione e si combatte fino all’ultimo per applicarla“.
“L’Italia ha un sistema burocratico che impedisce alle amministrazioni di agire: si aspettano anni per prendere provvedimenti arroccandosi dietro alla scusa che i tempi della macchina amministrativa sono lunghi. A volta le ragioni sono plausibili, altre volte sono solo inutili giustificazioni – termina Berardi -. E’ ora che il centrosinistra inizi a lavorare, ma non più in politica. I loro candidati si cerchino un impiego“.