Il coordinatore nazionale di Articolo Uno Mdp, Roberto Speranza, arriva a Grosseto, per una tappa fondamentale per la campagna elettorale di Liberi e Uguali nel capoluogo maremmano.
Lunedì 26 febbraio, alle 17, alla sala Pegaso del Palazzo della Provincia, in piazza Dante 35, il capolista alla Camera di Liberi e Uguali incontrerà i cittadini nel corso di un’iniziativa dal titolo “Il lavoro sopra(t)tutto“.
“In una provincia, quella di Grosseto, nella quale mai come oggi la mancanza di prospettive occupazionali si fa sentire, è indispensabile che chi si candida alla guida del Paese abbia il coraggio di confrontarsi su questo tema – spiega Luca Alcamo, coordinatore provinciale della campagna elettorale di Liberi e Uguali -. Anche in questi giorni si accavallano notizie di aziende che chiudono, di lavoratori che restano senza stipendio e senza futuro, di saracinesche abbassate. In un quadro così complesso, è evidente che lo stato ha il dovere di intervenire massicciamente, non si può infatti sperare che la soluzione venga soltanto dall’imprenditoria privata“.
“Dopo dieci anni di recessione, l’Italia è un Paese più povero, ma soprattutto molto più diseguale. La diseguaglianza nei redditi, già molto marcata nel nostro Paese, ha continuato a crescere negli anni della crisi, e la ricchezza è concentrata in poche mani: secondo Oxfam Italia, l’1% dei più ricchi possiede, da solo, il 25% della ricchezza nazionale. E’ uno scandalo a cui porre rimedio, oltre che una delle cause principali di una crescita debole e disomogenea – continua Alcamo -. La via maestra per la redistribuzione di redditi e ricchezza è quella verso la piena e buona occupazione, da stimolare attraverso un piano straordinario di investimenti necessari per rimettere in piedi il Paese. Un Green New Deal, che apra la strada alla riconversione ecologica dell’economia, intervenendo prioritariamente su: messa in sicurezza del territorio, delle scuole, degli ospedali, degli edifici pubblici e delle abitazioni; energie alternative, risorse idriche, istruzione, sanità, trasporto pubblico, cultura, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ricerca. Sono tutti investimenti ad alto moltiplicatore, cioè in grado di generare una crescita economica, e quindi una occupazione, molto più elevata rispetto agli sgravi fiscali o ai trasferimenti monetari“.
“Crediamo sia inoltre necessario un reale sblocco del turnover nella Pubblica Amministrazione, nei comparti di sanità, scuola, università, servizi sociali e sicurezza, superando situazioni di precarietà ormai croniche e assumendo giovani con le competenze di cui la Pubblica amministrazione oggi è più carente – sottolinea Alcamo -. L’obiettivo della piena occupazione deve coniugarsi con quello della dignità e dei diritti del lavoro. Da troppi anni il ricatto della precarietà ha eroso la civiltà del lavoro e la qualità della vita dei singoli cittadini, portando i salari a livelli tanto bassi da essere nocivi per la stessa crescita dell’economia. È quindi necessario intervenire con decisione, superando il Jobs Act e tutte le forme contrattuali che alimentano il peggiore sfruttamento“.
“La nostra proposta è tornare a considerare il contratto a tempo indeterminato a piene tutele, con il ripristino dell’art.18 (che oggi continua a valere solo per gli assunti prima del Jobs Act e per i dipendenti pubblici), come la forma prevalente di assunzione. Ad esso possono affiancarsi il contratto a tempo determinato e il lavoro in somministrazione, esclusivamente con il ripristino della causale, che giustifichi la necessità di un’assunzione a scadenza – continua Alcamo -. Va superata, di conseguenza, la giungla di forme contrattuali precarie introdotte nell’ultimo ventennio, che decreto Poletti e Jobs act hanno contribuito a rafforzare. Puntiamo ad annullare il divario salariale tra uomini e donne, ad introdurre misure strutturali di sostegno alla genitorialità. Pensiamo sia giusto ridiscutere quegli accordi internazionali che antepongono la finalità del libero scambio alla tutela dei consumatori e dei diritti dei lavoratori e affrontare il tema della rivoluzione 4.0, che comporterà una riduzione dell’occupazione e un mutamento dei settori produttivi del secondario e del terziario, che va governato considerando in primo luogo il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario“.
“Di questo e di tutti gli argomenti inerenti al lavoro parleremo nell’iniziativa di lunedì – termina Alcamo –, insieme ai candidati del collegio Alessandro Brunini e Massimo Borghi“.