Bloccare definitivamente in Italia la ratifica del Ceta, l’accordo di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e Canada, come segnale inequivocabile: basta liberalizzare il commercio a costo dei diritti e della salute in Italia e in Europa.
È questo l’obiettivo della campagna di pressione “NoCeta NonTratto” lanciata dalla piattaforma italiana Stop Ttip/Stop Ceta, in collaborazione con Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, Cgil, Fairwatch, Greenpeace, Legambiente, Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra! e Transform ed indirizzata ai candidati alle elezioni nazionali del prossimo 4 marzo.
“Continuando l’azione capillare che ha bloccato la ratifica del Ceta nel 2017, rimettendo al centro gli impatti sull’economia, la società e l’ambiente non solo del Ceta, ma di tutti i trattati simili a questo, valorizzando l’impegno dell’intergruppo parlamentare ‘No Ceta’ nella scorsa legislatura, chiediamo a tutti i candidati di aderirvi, confermando l’opposizione ad ogni tentativo di ratifica dell’accordo nel nostro Paese – spiega Silvano Brandi, di Attac Grosseto -. Oltre 100 membri del Parlamento, provenienti dai diversi schieramenti, hanno aderito all’inter-gruppo perché preoccupati dell’impatto del Ceta sul nostro territorio. L’azione di questa alleanza, grazie anche al contributo della campagna Stop Ttip Italia e alle forti prese di posizione di Cgil, Coldiretti e delle altre organizzazioni No Ceta, ha fatto si che in Italia si sia instaurato un vasto e forte fronte di opposizione, grazie al chiaro posizionamento di oltre 1.200 Comuni e 13 Regioni che hanno votato delibere critiche sui trattati, impegnando Giunte e Consigli locali a premere su Governo e Parlamento”.
“Sicuri che tutti i partiti e i movimenti politici italiani abbiano a cuore la salute ed i diritti dei propri concittadini, invitiamo tutti i candidati a sottoscrivere il decalogo in cui chiediamo l’impegno esplicito di bocciare il Ceta e a riaprire un dibattito in Europa sulle regole del commercio tra Unione europea ed il resto del mondo – termina Brandi -. Serve una inversione di rotta alla liberalizzazione selvaggia degli scambi, fondando i negoziati su diritti, ambiente, salute, servizi pubblici, la sovranità alimentare ed una economia sostenibile“.
Sul sito della campagna Stop Ttip Italia (https://stop-ttip-italia.net), si possono scaricare materiali e decalogo, segnalando alla e-mail stopttipitalia@gmail.com l’adesione ed il collegio di candidatura.