Home Grosseto Offese a don Enzo, Rossi: “Mi dissocio da ciò che è stato scritto, forzature per attaccare Fratelli d’Italia”

Offese a don Enzo, Rossi: “Mi dissocio da ciò che è stato scritto, forzature per attaccare Fratelli d’Italia”

di Redazione
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La libertà di espressione non deve mai essere considerata come libertà di insulto”.

A dichiararlo è Fabrizio Rossi, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia.

“Esprimere opinioni con educazione è sintomo di democrazia e i social devono essere utilizzati sempre con educazione, senza scadere negli eccessi dell’offesa gratuita. Chi insulta si assume la responsabilità di ciò che scrive, come previsto nella Costituzione democratica e repubblicana – spiega Rossi -. Certi accostamenti, ammiccamenti o forzature per attribuirmi offese fatte da altri all’indirizzo di Don Enzo, definendo ‘follower’ del sottoscritto (Twitter ha followers, Facebook no) colui che le fa, è improprio e francamente inopportuno, considerato che lo stessa persona è follower e utente attivo della bacheca di Lorenzo Mascagni, capogruppo del Pd”.

“Non ho detto e non penso quello che è stato scritto dall’autore delle medesime su Don Enzo Capitani, anzi ho chiesto di togliere o modificare il commento dalla mia bacheca – continua Rossi -. Con l’evidente intento di attaccare il partito che rappresento, si compiono forzature e semplificazioni che hanno ben poco a che fare con la realtà dei fatti. In un altro commento, questo si a mia firma, ho invece detto che ho un buon rapporto con Don Enzo, che conosco e apprezzo da anni. Ribadisco che ho stima per il lavoro che quotidianamente fa per i poveri e il sociale”.

“Si può e si deve essere caritatevoli verso il prossimo, senza distinzioni di provenienza, italiani o stranieri, in un ambito di rapporti personali, guardare al rifugiato politico o di guerra come soggetto meritevole di attenzione e solidarietà. A loro non deve essere mai negato questo aiuto. Diversamente, si può e si deve essere fermamente contrari alla gestione di un fenomeno di immigrazione clandestina, in barba alle normative vigenti, gestito da associazioni che percepiscono dallo stato dei denari, senza rendicontare nulla – conclude Rossi. Si può e si deve criticare l’azione del Governo che taglia i fondi ministeriali per svolgere un lavoro in un parco archeologico e cerca di sopperire alla carenza di fondi con i migranti che aderiscono volontariamente. Un modo di fare ‘accoglienza’ solo italiano, rinnegata da tutta Europa e, che ha creato solo disagi e problemi gravissimi di tenuta sociale del Paese”.

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