Home Amiata Crisi forestazione, la Regione interviene per salvare il settore. Marras: «Velocizzare procedure»

Crisi forestazione, la Regione interviene per salvare il settore. Marras: «Velocizzare procedure»

di Redazione
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Più attenzione alla crisi economica ed occupazionale delle aziende toscane specializzate negli interventi in materia di forestazione e manutenzione dei boschi. E ieri  il Consiglio regionale della Toscana ha dato l’ok alla mozione presentata dal Partito Democratico, primo firmatario Simone Bezzini e sottoscritta dal capogruppo Leonardo Marras, in cui si chiede l’apertura di un tavolo per salvare questo comparto strategico per la Toscana.

“Chiediamo di velocizzare le procedure per spendere i fondi disponibili e di mettere in atto azioni per riequilibrare l’allocazione di risorse per far fronte alle esigenze del sud della Toscana e in particolare del monte Amiata – spiegano Bezzini e Marras – . Abbiamo bisogno di interventi per la cura e la manutenzione dei territori rurali e montani a partire dalla buona gestione delle aree boschive. Dissesto idrogeologico, calamità naturali, incendi, abbandono, sono fenomeni che richiedono opere di contrasto e prevenzione. Far partire investimenti significa, inoltre, creare opportunità di lavoro in territori marginali. Conosciamo la situazione e sappiamo quali siano le difficoltà del settore e la sofferenze che stanno vivendo tanti lavoratori del comparto, per questo continueremo a seguire con attenzione la tematica affinché tutti gli attori pubblici possano fare di più e meglio di quanto fatto fino ad oggi. Il patrimonio boschivo della Toscana è uno dei più importanti d’Italia e la Regione ha sempre considerato le politiche forestali fra le azioni strategiche del governo regionale”.

Da troppo tempo – proseguono i consiglieriil settore delle aziende toscane specializzate nella manutenzione del patrimonio boschivo vive un forte stato di crisi economica ed occupazionale. Sono le stesse imprese che ci dicono che in pochi anni si sarebbe passati da 40 milioni di euro di fatturato ad appena 7 milioni con la perdita di 700 posti di lavoro, calati da 1100 a 400 addetti attuali e che le cause sarebbero di ricercarsi nel rallentamento delle procedure dei lavori e negli effetti della pratica del massimo ribasso: ciò rischia di vanificare l’impegno della Regione, che ha stanziato ingenti risorse attraverso i bandi Psr. Aggiungiamo infine che Regione, enti locali e organizzazioni di rappresentanza delle imprese dovrebbero ragionare anche su modalità innovative per garantire la corretta gestione del patrimonio boschivo e dei territori rurali e montani”.

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