“Credo che sia comprensibile a tutti il fatto che stiamo vivendo una stagione storica a dir poco complessa, resa drammatica per il nostro Paese da una sequenza incessante di fatti, che vanno dalla corruzione politica, crisi finanziarie a go go, disastri ambientali, emergenze sociali, passando dai reati della malavita organizzata, per arrivare al nuovo attacco allo Stato della nuova mafia. Ultimo, lo squallore dei fallimenti quotidiani di quella che dovrebbe essere la guida di un popolo: la classe politica, incardinata nelle logiche istituzionali“.
A dichiararlo è Francesco Donati, presidente del Raggruppamento politico autonomo.
“Di fronte a tanto, meglio limitarci ai problemi che più preoccupano la nostra realtà territoriale – continua Donati –. Non credo che la teoria del piromane possa essere accettata come elemento giustificativo di un disastro ambientale dalle proporzioni così elevate. Forse qualcuno che materialmente fa scoppiare l’incendio certamente c’è, come è ovvio, ma non è lui che ci interessa, quanto i mandanti, perchè questi ci sono e con una precisa strategia. C’è chi individua tutto questo come volontà della malavita organizzata, chi come atti di coloro che hanno interessi economici da sfruttare, chi nel Decreto ‘Sblocca Italia’, che incentiva migliaia di centrali a biomasse e biogas“.
“La realtà, comunque, è che c’è, dietro al piromane, una strategia, la volontà di portare un attacco allo Stato, alla sua instabilità,alla sua destabilizzazione – spiega Donati -. Noi di Rpa – Area popolare democratica riteniamo che tutto questo sia la conseguenza di una mancanza di autorevolezza della classe di governo, che non sa prendere in mano con energia una situazione di emergenza grave, se non con provvedimenti propri di una persona di buon senso, ma che non hanno le caratteristiche dell’incisività di un’azione di governo. Prendere atto che mancano a livello nazionale 31.000 vigili del fuoco serve solo a riconoscere la propria inadempienza in materia anche di prevenzione e tutela dei territori. Aver smantellato il corpo forestale, che ora non si sente nè di Dio nè del Diavolo, rappresenta, in questo senso, un altra testimonianza di smantellamento delle strutture dello Stato senza portare a risultati positivi e così via. In una situazione eccezionale necessitano provvedimenti eccezionali“.
“Purtroppo siamo di fronte, anche in questo caso, ad un problema troppo grande per una classe dirigente troppo modesta. La stessa considerazione vale per chi governa i nostri territori, soprattutto quelli più colpiti – continua Donati -. Le proposte sono alcune veramente risibili, altre sono paurosamente irresponsabili per il danno che rappresentano, come, appunto, l’ultima ordinanza n. 57 del sindaco di Grosseto, pubblicata il 21 luglio scorso, con la quale ordina di tagliare tutto il sottobosco di tutta la pineta, tutti i 1400 ettari pubblici e privati esistenti nel comune di Grosseto, non rendendosi conto che l’intera pineta senza sottobosco verrà distrutta. Ma perchè, prima di fare cose che possono avere conseguenze disastrose, non si ascoltano pareri di tecnici, specialisti e studiosi della materia, che certamente non potranno mai avvallare decisioni di questo tipo?“.
“Soluzioni avventate,così dette di pancia, non sono mai una soluzione, caso mai generano disastri di ogni tipo – conclude Donati -. Dovremo ricordarci, però, che anche tra le righe di una ordinanza, benchè atto pubblico, si nascondono responsabilità oggettive e soggettive, soprattutto se queste intaccano il bene comune, inteso in tutte le sue eccezioni“.