Forza Italia si schiera con decisione a fianco dei sindaci maremmani che dicono “No” al progetto di tracciato autostradale pensato da Sat per il territorio della nostra provincia.
“Condividiamo in pieno il pensiero esposto dai primi cittadini in Regione, tra i quali c’era il sindaco di Grosseto e presidente della Provincia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, con i colleghi di Orbetello, Capalbio e Magliano, in merito alle criticità del progetto – spiega Sandro Marrini, coordinatore provinciale di Forza Italia –. Criticità piuttosto evidenti e incontestabili, a partire dalla previsione del pedaggio che finirebbe per gravare in modo insostenibile sulle tasche dei residenti che ogni giorno si servono di quella strada per andare a lavorare“.
“Ma non solo: a pesare è anche l’inefficacia del sistema di complanari, così com’è previsto dal progetto, e la carenza degli studi sul traffico. Insomma, una viabilità destinata a mortificare in modo probabilmente irreversibile il nostro territorio, che già non brilla certo per dotazione di infrastrutture in grado di sostenere l’economia locale – spiega Marrini -. E non sosteniamo questa posizione perché ci facciamo portatori di un pregiudizio ideologico contro la realizzazione di un tracciato autostradale in Maremma: ciò che vogliamo è semplicemente un’infrastruttura che funzioni e che porti benefici alla nostra provincia, mentre il progetto presentato da Sat non offre affatto queste garanzie e le critiche in merito hanno solidi fondamenti tecnici. E si badi bene che, in questo caso, non contano le posizioni politiche, visto che il fronte del ‘No’ al progetto Sat riunisce sindaci di schieramenti diversi e larghe fasce di popolazione, a partire da chi vive nelle zone direttamente interessate al progetto, e si presenta solido e compatto“.
“La voce che si leva dalla Maremma, dunque, è forte e chiara: una voce che dev’essere ascoltata – conclude Marrini -. Non farlo significherebbe andare contro la volontà di tanti cittadini maremmani, che già troppe volte hanno visto le proprie legittime aspettative calpestate in nome di altri interessi che nulla hanno a che vedere con il bene comune“.