“Come dice un vecchio detto l’Epifania tutte le feste porta via. La festa della Befana è la festa della rivelazione di Gesù al mondo pagano e rappresenta anche la conclusione delle festività natalizie che hanno vissuto, comunque, momenti tragici nel mondo e di forte tensione anche al nostro vivere italiano“.
A dichiararlo è Francesco Donati, presidente del Raggruppamento Politico Autonomo.
“Peraltro rimane viva la speranza che degli avvenimenti che hanno segnato marcatamente l’anno appena conclusosi non vengano, come l’età contemporanea ha spesso dimostrato, dimenticati troppo facilmente e soprattutto possano essere definitivamente un punto di partenza di una nuova ricostruzione per il nostro Paese – spiega Donati -. Questo è un argomento complicato e complesso che richiederebbe più di un semplice articolo, perchè dare delle risposte ai tanti quesiti che in esso sono presenti, già significherebbe manifestare una volontà di chiarezza su ciò che vogliamo per il nostro futuro“.
“Noi del Raggruppamento Politico Autonomo crediamo però che alcune riflessioni vadano affrontate in ordine al modello di società che vogliamo realizzare, compatibilmente a ciò che siamo, prima come Paese e come comunità grossetana poi, in modo che non ci siano equivoci di sorta. E’ nostra convinzione, per esempio, che sia giunto il momento di riaffrontare in modo consapevole, e in base ad una analisi oggettiva, il criterio della rappresentanza, che è alla base di qualsiasi altra riflessione, consapevoli peraltro che molte analisi e valutazioni sono trasversalmente, ormai, patrimonio comune – continua Donati -. Da qui, allora, dobbiamo avere l’intelligenza di ripartire, ma non nascondendoci una verità incontrovertibile: che il nostro modo di pensare e di vedere le cose è fortemente legato ad un fattore sociale, economico e culturale. Le modalità di pensiero del secolo passato si sono modificate, ampliate e se vogliamo integrate, ma l’anima del pensiero originale è rimasta; a volte mascherata ma è rimasta e di questo nessuno deve vergognarsene“.
“Altra nostra convinzione è che pare maturo il momento di riporre l’attenzione alla salvaguardia dei diritti collettivi e personali se non vogliamo perdere definitivamente la nostra dignità di essere umani. In nome dei vantaggi economici e dell’illusione che genera il materialismo sfrenato abbiamo abbandonato ogni significato di comunità sacrificandolo sull’altare dell’ego personale. Dobbiamo riprendere la battaglia sui diritti senza la quale non ci sarà più la conquista economica, ma soprattutto non ci sarà più una democrazia sostanziale come l’art.3 della nostra Costituzione, da poco confermata, ci dice – conclude Donati -. Non possiamo, infatti, ignorare il voto dei tantissimi giovani che hanno detto no alla riforma Costituzionale. Sono loro, con il loro voto, che hanno permesso quel risultato. Ignorare tutto ciò sarebbe un vero suicidio storico“.