Home Grosseto Cattivi odori intorno a Grosseto, ambientalisti e M5S: “Stop agli impianti a biogas, il Comune tuteli i cittadini”

Cattivi odori intorno a Grosseto, ambientalisti e M5S: “Stop agli impianti a biogas, il Comune tuteli i cittadini”

di Roberto Lottini
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La creazione di un tavolo permanente sulla qualità dell’aria in tutto il territorio comunale di Grosseto per verificare se le emissioni delle centrali a biomasse e a biogas possano provocare inquinamento.

E’ questo, in sintesi, il contenuto della mozione che il Movimento 5 Stelle, con il sostegno delle associazioni ambientaliste maremmane, presenterà domani pomeriggio durante il Consiglio comunale.

“La mozione chiede al sindaco Vivarelli Colonna, garante della salute dei cittadini grossetani, di prendere in considerazione le denunce arrivate per le emissioni provocate dalle centrali a biomasse e a biogas presenti nelle campagne circostanti e che causano sgradevoli odori in periferia, oltre che nell’abitato del capoluogo maremmano – spiega Antonella Pisani, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e membro della quinta commissione consiliare che si occupa di ambiente –. Inoltre, chiediamo l’istituzione di un tavolo permanete sulla qualità dell’aria che accerti la vera natura di queste emissioni gassose. L’odore molesto, infatti, non significa solamente un fastidio per i cittadini, ma può nascondere in sè anche problematiche ambientali che possono sfociare in un inquinamento atmosferico“.

L’anno scorso, nel corso di un convegno – aggiunge Antonella Pisani, è stato dichiarato che le ciminiere di questi impianti spargono sostanze a biogas nel raggio di 10 chilometri e che possono entrare nel sangue delle persone. Tale circostanza ha provocato allarme nei biologi. Inoltre, nel febbraio 2015, una sentenza della Corte di Cassazione ha previsto la sanzione per molestie olfattive anche in assenza di un vero e proprio inquinamento. Le maleodoranze in città e nelle campagne circostanti sono continuate anche nel periodo di Natale e ci sembra doveroso che il sindaco tuteli la salute dei cittadini e, per di più, impedisca che Grosseto possa essere multata per i cattivi odori“.

Senza ombra di dubbio, il problema delle maleodoranze che affligge la campagna e il centro abitato di Grosseto è dovuto alla presenza di centrali a biomasse e a biogas – sottolinea Michele Scola, presidente a Grosseto di Italia Nostra e portavoce del coordinamento delle associazioni ambientaliste della provincia –, nate per integrare gli introiti delle aziende agricole. L’agricoltura non si supporta creando queste strutture, ma valorizzando i prodotti di qualità. La Maremma ha tutti i presupposti per avere un agricoltura di eccellenza, tanto che qui è nato il primo distretto rurale d’Europa“.

“Negli ultimi venti anni – continua Scola, queste centrali a biogas e a biomasse sono state realizzate soprattutto in provincia di Grosseto, perchè il nostro territorio conta poco dal punto di vista politico e i cittadini sono poco interessati a questo tipo di problematiche. Gli impianti sono stati fatti con la prescrizione di non dover superare un megawatt, in modo tale che, così, non debba essere realizzata una Valutazione di impatto ambientale. Inoltre, hanno l’obbligo di fare il compostaggio nel raggio di 70 chilometri per non pagare costi elevati per il trasporto di materiali in altre zone. Un decreto del Governo di qualche anno fa, infine, ha fatto sì che tali impianti diventassero dei piccoli inceneritori nocivi per l’ambiente“.

Grosseto è circondata da ben 7 centrali a biogas, costruite a San Martino, alle Stiacciole, a Cernaia, a Principina Terra e a San Lorenzo, mentre in Maremma sono in tutto 17 – evidenzia Scola -. Queste strutture causano delle maleodoranze e noi ci chiediamo cosa venga messo dentro le centrali per provocare simili cattivi odori e se ci sia qualcuno che controlla le emissioni. Si tratta di odori nauseanti, che aumentano quando soffia il vento. Diversi mesi fa abbiamo raccolto 400 firme contro la costruzione delle centrali e abbiamo presentato la petizione all’allora sindaco Bonifazi, al Prefetto e alla Regione, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta in merito“.

Inoltre, ci chiediamo come un’amministrazione comunale possa costruire due centrali tra Casalecci e San Martino, dove si sono costruite delle nuove abitazioni – conclude Scola -. L’impostazione urbanistica data al capoluogo maremmano è completamente sbagliata. Le aziende agricole che costruiscono gli impianti ricevono degli incentivi statali, ma non è grazie a questi soldi che si sostiene la nostra agricoltura. Si tratta di vere e proprie fabbriche del puzzo. Noi siamo riusciti a bloccare la realizzazione di una centrale nel Parco della Maremma, ma il nostro territorio ha preso una brutta strada e, senza esagerazioni, rischia di diventare la terra dei fuochi della Toscana”.

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