“Il terremoto giudiziario sulla gestione rifiuti Ato 6 Toscana è da attribuire ad un sistema politico di gestione fallimentare e clientelare. Purtroppo, le ripercussioni di una gestione sbagliata puniranno come sempre tutti noi cittadini. Ancora una volta corruzione e corrotti non hanno nulla a che vedere con la nostra Costituzione”.
A dichiararlo, in un comunicato, è la segreteria provinciale del Partito Comunista Italiano di Grosseto.
“La Costituzione e le leggi dello Stato non hanno nulla di sbagliato. Sbagliata è una classe politica di approfittatori, corruttori che in questo Paese stanno seduti in Parlamento fino al Comune più piccolo – spiega il Partito Comunista Italiano -. Gli interessi e gli appetiti sono tali che nessuno si preoccupa degli interessi veri dei cittadini. Sappiamo tutti, e leggiamo spesso sui giornali nazionali, quanto i rifiuti siano interesse non solo di società per bene e corrette, ma, anche di società guidate dalla mafia. I rifiuti sono un vero e proprio business. La vicenda relativa alla gestione dei rifiuti sul nostro territorio dimostra quanto sia difficile intraprendere una politica semplice di riduzione dei rifiuti, applicare la raccolta differenziata come fanno tante città e regioni in Italia”.
“In Toscana, la scelta sbagliata parte da molto lontano, con un piano provinciale dei rifiuti che prevedeva l’incenerimento in base ad accordi sottoscritti dai Ds e oggi Pd. Accordi che avrebbero penalizzato la raccolta differenziata, ma forze politiche di quelle maggioranze hanno taciuto – continua il comunicato -. Noi Comunisti lo dicemmo che era un accordo negativo e che avrebbe penalizzato i cittadini e la stessa raccolta differenziata. Inoltre, ci opponemmo all’inceneritore di Scarlino, in quanto obsoleto e non adatto. Chiedemmo che l’area dell’impianto di Scarlino, le frazioni fossero attivati dei sensori elettronici degli inquinanti, cosa che ovviamente non è stata fatta. Al sindaco del Comune di Scarlino, sapendo quanto è sensibile ed ha combattuto per la messa in sicurezza dell’area, chiediamo di fare ogni passo amministrativo possibile affinchè venga tutelata la salute dei cittadini e dell’ambiente. Ora, dopo le emissioni di diossina riscontrate dall’Arpat, ci pare assurdo e incredibile che quell’impianto possa tornare a bruciare”.
“Queste scelte politiche sono la responsabilità delle politiche sbagliate di anni di gestione del territorio provinciale del Pd – termina il comunicato -. Per fortuna ci sono stati sindaci che si sono opposti, come avvenuto a Follonica con la Baldi. Come Pci chiediamo agli amministratori dei Comuni di investire nella raccolta differenziata e nel recupero delle materie prime seconde”.