“Da settimane i consiglieri comunali dell’opposizione di centrosinistra stanno chiedendo al sindaco come intenda risolvere la questione relativa alla sede di Acquedotto del Fiora“.
A dichiararlo è Lorenzo Mascagni, capogruppo del Partito democratico nel Consiglio comunale di Grosseto.
“La vicenda è abbastanza nota ma merita forse riassumerla, almeno per sommi capi – spiega Mascagni -.
1. Dall’anno 2007 Acquedotto del Fiora sta valutando l’ipotesi di realizzare una sede unica ove concentrare le circa 170 persone che lavorano nel comune di Grosseto, attualmente dislocate in ben 7 sedi diverse.
2. Nel dicembre 2013, dopo aver partecipato al relativo bando di vendita, Fiora acquista l’area adiacente a piazza Marconi; le somme versate al Comune di Grosseto per l’acquisto dell’area ammontano a 2 milioni di euro circa.
3. Il Comune di Grosseto si è impegnato a consegnare l’area in questione entro il 30 novembre 2016 pena la risoluzione del contratto (e dunque l’area tornerebbe di proprietà del Comune che dovrebbe restituire i 2 mln di euro già incassati) ed il versamento da parte del Comune di una penale di 250.000 euro.
4. Nel gennaio 2016 Fiora fa sapere che il progetto della sede verrà individuato tramite un concorso di idee.
5. Nel giugno 2016 Fiora comunica che è pronta a pubblicare il bando per la progettazione condivisa, ma attende che il Comune di Grosseto indichi un componente della commissione esaminatrice.
Qui l’iter, con l’insediamento della nuova amministrazione di centrodestra, sembra essersi arrestato“.
“E’ dei giorni scorsi l’indiscrezione, fatta trapelare dalla stampa, secondo cui il sindaco Vivarelli Colonna vorrebbe che la nuova sede venisse realizzata all’ex Garibaldi – continua Mascagni -. La notizia, se confermata, rivela che su almeno su un punto (peraltro fondamentale) la maggioranza di centrodestra la pensa come noi: ovvero che la sede unica del Fiora è un’operazione strategica che va portata avanti“.
“Militano a sostegno di tale operazione almeno tre ordini di ragioni – sottolinea l’esponente del Pd -:
a) considerate le costose diseconomie derivanti dalla dislocazione in più sedi, se i lavori partiranno in tempi brevi, Fiora potrà ammortizzare i costi di realizzazione della nuova sede di qui al 2026, data in cui il servizio idrico integrato potrebbe essere affidato ad un nuovo gestore unico; e dunque, grazie a questi risparmi, la nuova sede non inciderebbe di fatto sulle tasche dei cittadini;
b) una sede efficiente ed unica è un requisito sempre più indispensabile per ogni azienda che voglia ispirarsi a criteri di economicità ed efficienza; ciò anche perché migliorerebbe le condizioni di lavoro dei dipendenti che sono oggi costretti a lavorare in sedi che si rivelano sempre più inadeguate;
c) se, alla scadenza del contratto con Fiora, il servizio idrico integrato sarà gestito su base regionale, sarà determinante, per mantenere nel nostro territorio i dipendenti e gli assets aziendali nel nostro territorio, avere una sede unica efficiente e di proprietà dell’azienda”.
“E’ soprattutto con riferimento a tale ultimo aspetto che chi amministra questo Comune deve avere lo ‘sguardo lungo’ e la capacità di decidere in tempi rapidi. Quanto al luogo dove dovrà sorgere la sede, nessuno vuole assumere posizioni rigide e dogmatiche; è giunto però il momento che il sindaco Vivarelli Colonna dica cosa vuol fare – continua Mascagni -. Se egli non vuole che la sede sorga in piazza della Stazione, dica con chiarezza se v’è una soluzione alternativa concretamente praticabile. E’ il Garibaldi, che peraltro era stata da lui promessa in campagna elettorale come futura casa della musica? Certamente tale soluzione avrebbe il pregio di consentire il recupero di un’area degradata. Occorre però comprendere se i vincoli della soprintendenza e di destinazione sociale siano compatibili con l’uso che se ne vorrebbe farne“.
“C’è poi la questione, decisiva, dei tempi di realizzazione (occorre una variante?) e dei costi. In caso di maggiori costi di realizzazione, chi se ne dovrebbe far carico? Sono domande che attendono una sollecita risposta, nell’interesse della città – prosegue il capogruppo del Pd -. Se fossero positive e senza aggravio di costi per i cittadini grossetani e per gli utenti di Acquedotto del Fiora, non saremo noi a opporci. La cosa peggiore sarebbe però che si procedesse per ipotesi tutte da verificare, per poi finire, con il tempo, con l’abbandonare il progetto. Ecco perché, se non vi fosse un’alternativa praticabile, si dovrà promuovere quanto prima il concorso di idee per la progettazione condivisa, provvedendo alla costituzione della commissione esaminatrice“.
“Alla commissione andrà poi chiesto di individuare un progetto urbanisticamente compatibile con il contesto della piazza e di sottoporlo ai cittadini che così potranno valutarlo senza avere di fronte agli occhi quel rendering che appare ogni volta che si parla della vicenda – conclude Mascagni – e che, non ci vuole molto a comprenderlo, non piace a nessuno e men che meno a noi“.