Home Grosseto Referendum costituzionale: il senatore Mario Mauro spiega le ragioni del “No”

Referendum costituzionale: il senatore Mario Mauro spiega le ragioni del “No”

di Redazione
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Si e’ svolto ieri pomeriggio un incontro pubblico con il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, organizzato dal comitato di Grosseto.

Tra i presenti, molti rappresentanti delle istituzioni: il vicesindaco Luca Agresti, l’assessore Fabrizio Rossi, il presidente del Consiglio comunale Claudio Pacella, i consiglieri Anna Paolo Birigazzi, Olga Ciaramella, Stefano Pannini.

Presenti anche molti segretari politici di partiti del centro: Emanuel Cerciello, dell’Udc, Giovanni Sammatrice, di Italia Unica, Francesco Donati, del Raggruppamento Politico Autonomo, Angelo Modaffari, della Democrazia Cristiana, Massimo Ghini, del Mat, Franco Fanelli, di Libertà e Giustizia.

Hanno introdotto l’incontro Amedeo Gabbrielli e il presidente del Consiglio comunale Claudio Pacella.

Il senatore Mario Mauro, prima di affrontare la questione della riforma costituzionale, si è rivolto ai politci cattolici presenti con queste parole: “Possiamo essere giganti se ci faremo condurre dalla coerenza del Vangelo, dalla dottrina sociale della Chiesa, dal popolarismo, dal cattolicesimo“.

Il senatore ha quindi affrontato i motivi del “No” al referendum, sottolineando principalmente tre punti.

‘No’ perchè la Costituzione deve unire e non dividere – ha spiegato Mauro -.  La Costituzione è l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessita di riforme, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire“.

“‘No’ perchè il combinato disposto con la legge elettorale porta ad un premierato assoluto. La sommatoria tra riforma costituzionale e riforma elettorale spiana la strada ad un mostro giuridico che travolge i principi supremi della Costituzione – ha continuano il senatore -. L’Italicum, infatti, aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del Senato e al centralismo che depotenzia il pluralismo istituzionale, l’indebolimento radicale della rappresentatività della Camera dei Deputati. Il premio di maggioranza alla singola lista consegna la Camera, che può decidere senza difficoltà, a maggioranza, in merito a tutte o quasi tutte le cariche istituzionali, nelle mani del leader del partito vincente, anche con pochi voti, nella competizione elettorale: una assurdità giuridica e un rischio vero per la nostra democrazia“.

“‘No’ perchè la riforma si poneva l’obiettivo di superare il bicameralismo.  Il Senato non viene eliminato e si lasciano irrisolti i nodi fondamentali della ripartizione delle competenze fra i due rami del Parlamento, insomma avremo un ‘monocameralismo’ decisamente imperfetto, zeppo di eccezioni e di deroghe – ha concluso Mauro. Le nuove norme non definiscono i compiti dei senatori e alterano il rapporto tra ente locale e governo, tra periferia e centro. Gli elettori vengono spogliati del potere di eleggere i nuovi senatori, che risulteranno espressione verticistica dei Consigli regionali e dei Comuni“.

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