“Quando scompare dal Consiglio comunale una forza storica e gloriosa come il Partito Socialista non è mai una buona notizia. Anzi, è un piccolo vulnus per la nostra democrazia. Ma ancor più doloroso è quando questa scomparsa si deve a scelte ed atteggiamenti che poco hanno a che fare con valutazioni politiche, degne di tanta storia, ma che attengono piuttosto a calcoli ed accordicchi che hanno unicamente il sapore dell’ambizione personale e che conducono, in nome di questo, al disastro della sconfitta nel comune capoluogo”.
A dichiararlo è Luca Ceccarelli, ex assessore comunale di Grosseto, che replica al Psi in merito al risultato delle elezioni amministrative.
“E stupisce in maniera particolare che il segretario del Psi, autore di queste azioni e corresponsabile della clamorosa debacle del centrosinistra, di cui si è parlato anche di un accordo sottoscritto che lo avrebbe visto vicesindaco in caso di vittoria di Mascagni, si renda protagonista di dichiarazioni sferzanti e semplicistiche proprio pochi giorni dopo la scadenza elettorale – spiega Ceccarelli -. Oltre a buttarla sul nazionale, mantra che ormai stanno ripetendo incessantemente tutti i dirigenti sconfitti quasi a considerarlo uno scudo contro la loro inevitabile rottamazione, Giorgi si avventura in un’analisi della situazione locale dalla quali mi sento di prendere nettamente le distanze”.
“Mi riferisco in particolare alla questione primarie: il segretario del Psi attacca lo strumento delle primarie subito dopo aver affermato che Mascagni da esse ha ricevuto la propria legittimazione democratica, dopodiché lancia un attacco mirato a chi avrebbe ‘remato contro’ – continua Ceccarelli -. Tale status, vorrei sottolineare, è stato ottenuto anche grazie all’efficace azione amministrativa: nel famoso sondaggio del Pd di fine 2015, la Giunta aveva un gradimento del 58%. Davanti alla sua proposta principale, ovvero un forte rinnovamento della classe dirigente e degli amministratori, la nomenklatura, non solo del Pd, ma ivi compreso anche l’Udc, poi saltato clamorosamente nell’altro schieramento, si è cimentata in un rassemblement all’insegna del ‘tutti contro uno’, all’ombra del candidato Mascagni. E Borghi, uno contro tutti, ha raccolto 3000 voti pari al 45% dei consensi”.
“Nonostante ciò, l’ex vicesindaco si è reso disponibile ad affiancare Mascagni, addirittura dando la disponibilità a correre nella lista Pd. Offerta declinata, anche bruscamente, dal candidato sindaco. Anzi, i candidati che sono stati considerati vicini alla figura di Borghi sono stati ghettizzati e trattati come estranei in ogni iniziativa – sottolinea Ceccarelli -. Voglio stendere poi un velo pietoso sulle considerazioni riguardo l’’occasione perduta’ da parte dei grossetani. Dare la colpa agli elettori è un vizio antico di una classe politica vecchia e squalificata. I grossetani hanno anzi dimostrato che, quando quella classe politica cerca di celarsi dietro il volto di un candidato presentabile per nascondere la propria impresentabilità, non sono disposti a farsi prendere in giro”.
“A questo punto lascio a chi legge il giudizio su chi abbia ‘remato contro’ – conclude Ceccarelli -. La mia personale opinione è che lo abbia fatto chi, sulla base di interessi personali, abbia anteposto i propri obiettivi alla ricerca del successo per il centrosinistra nel comune di Grosseto”.